Acqua di Sirmione è una Stereotipata Forza della Natura

Salve, carissime e carissimi. Ammetto di partire da una condizione di totale assenza di familiarità col marchio di cui sto per parlare (Terme di Sirmione), ma dubito che potrò dimenticarlo ora che ho avuto modo di inserirlo tra quelli che si avvalgono di rappresentazioni stereotipate per pubblicizzare prodotti che contrastano i sintomi del raffreddore (farà compagnia a Tantum VerdeDol, Vivin C e Vicks). Diamo uno sguardo allo spot:

Veniamo subito proiettati in una stanza in cui un genitore sta giocando con il suo piccolo dal nasuccio intasato. A un certo punto parte un bello starnuto e la voce fuori campo invita a liberare il naso chiuso usando lo spray Acqua di Sirmione, un’acqua sulfurea salsobromoiodica che avrebbe proprietà coadiuvanti di tipo anticatarrale. Vediamo l’adulto usare lo spray su di sé e, dopo le spiegazioni dei benefici del prodotto, applicarlo in versione aerosol sul bambino. Cos’ha di particolare questo spot?

Assolutamente niente, ed è proprio questo il punto.
Ancora una volta ci viene presentato il contesto familiare (che i pubblicitari si ostinano imperterriti a vedere come immancabile o come unico considerabile, a prescindere dai prodotti trattati), ancora una volta veniamo introdotti a una figura femminile che si occupa, oltre che dell’uso diretto del prodotto su sé e altri, della cura dei bambini e, ancora una volta, la presenza domestica maschile adulta è INESISTENTE – quando c’è, come ben sappiamo, è quasi invariabilmente passiva, limitata alla ricezione delle azioni svolte dalla donna.

In aggiunta, si noti anche come il pupo incarna il perfetto binomio tradizionale del bambino/eroe. Certo che siamo proprio fenomenali nel limitare le strade di sogno e desiderio dei piccoli in base a convenzioni sociali predefinite, spacciando il tutto per interessi genuini.

Quanti di questi elementi stereotipati sono imprescindibili per la pubblicizzazione di uno spray per l’igiene delle secrezioni catarrali? Non lo è il contesto familiare, non lo è la presenza attiva esclusiva di una figura femminile (al contempo inquadrata come donna di casa e madre – innecessario anche questo) e non lo è l’assenza di presenza maschile adulta.

Terme di Sirmione

Mi preme sempre cercare di comunicare il fatto che le possibilità creative, così come la gamma di fattori, contesti, personaggi, atmosfere e ambienti utilizzabili sono letteralmente infinite. Allo stesso tempo, creare pubblicità che si somiglino tutte l’un l’altra per via degli schemi rappresentativi usati, sebbene generi familiarità (aspetto tutt’altro che positivo nell’ottica pubblicitaria, perché riduce la riconoscibilità), non può per alcuna logica tradursi in una comunicazione d’impatto che colpisca un qualsiasi pubblico.

Che sia per pigrizia, per subdolo intento manipolatore, per effettiva carenza di idee e creatività, per emulazione di aziende simili, o per qualsiasi altra ragione, resta il fatto che decine e decine di marchi continuano (e Terme di Sirmione si aggiunge al gregge), così, a inspessire le sbarre della prigione di stereotipi – di genere ma non solo – che ingabbiano ancora le menti di tantissimi.

Il numero di famiglie – soprattutto di quelle tradizionali – andrà pure diminuendo, ma quello di persone convinte che alcuni compiti spettino a un sesso piuttosto che a un altro (chiaramente pulizia, cucina e cura dei bambini spettano alle donne) o che alcuni ambiti debbano restare off-limits per persone di un dato sesso (uomini che si depilano parti che non siano il viso, che si colorano i capelli o lavano corpo e chioma con prodotti non chiaramente determinati come super virili, strong, powerful e dynamic da uomo macho? Orrore!)  continua ad essere paurosamente elevato. Gli stereotipi di genere influenzano in modo persistente e concreto il modo di pensare e di interpretare realtà e persone per fin troppi di noi. Far finta che non sia così non aiuterà nessuno.

Combattere gli stereotipi è fondamentale per liberare noi stessi e per dar vita a generazioni che non si trovino più nella condizione di doversi liberare da catene superflue e dannose.

A proposito di liberazione, inviterei Terme di Sirmione ad accompagnare il desiderio di liberare nasi chiusi con un bel proposito di condire le prossime campagne pubblicitarie con un po’ di creatività e varietà rappresentativa! Io aspetto fiduciosa.
Nel frattempo, a chiunque abbia il naso chiuso, consiglio Rinazina, che in un suo spot mostra un uomo raffreddato che si prende senza intoppi cura del suo problema di salute e anche di sua figlia.


SEGNALAZIONE E COMMENTO

L’espressione dell’opinione relativa agli spot – spesso più della segnalazione degli stessi – può essere cruciale e determinante nello stimolare i marchi a muoversi verso una direzione pubblicitaria diversa, più progressista e socialmente responsabile. Poiché l’unione fa la forza, come diversi casi hanno in passato dimostrato, invito tutti a prendersi il tempo per lasciare commenti sulle pagine ufficiali e/o inviare email ai marchi interessati. A seguire, i dati per lo spot menzionato nell’articolo:


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