Buitoni e l’Abitudine di NON Cambiare

Come forse avrete notato, da un po’ sono tornati in onda un paio di spot dedicati ai prodotti Buitoni. Si tratterà di contenuti innovativi che rispecchiano lo slogan del marchio: l’abitudine di cambiare? Temo che il titolo dell’articolo funga un po’ da spoiler, ma…suvvia, sappiamo già che il panorama attuale di gioie ne dona ben poche. In un certo senso è la stessa esistenza degli spot correnti (di gran parte di essi e soprattutto di alcune tipologie) a rivelare già il fatto che faranno storcere qualche naso. Ma mi sono già dilungata troppo. Perdonatemi! Vediamole un po’, queste pubblicità.

Questo primo spot comincia mostrandoci una giovane donna che si accinge a portare a tavola la cena. I commensali si complimentano per la qualità della pizza proposta, e noi veniamo catapultati nei ricordi della protagonista. La vediamo dimenticare distrattamente parte della spesa sul tram e decidere di “imbrogliare” utilizzando la base per pizza pronta fornita da Buitoni, per poi mentire1 circa le modalità tramite le quali sia arrivata a quel risultato.
Se questa pubblicità fosse a sé stante e isolata, si tratterebbe solo dell’ennesima in cui vediamo – come sempre (un sempre relativo, ma la realtà è spaventosamente vicina all’effettivo) – una figura femminile intenta nello svolgimento delle faccende domestiche. In questo caso spesa, preparazione e servizio del pasto.


In positivo, si potrebbe persino dire che, a differenza di altre, questa non presenta l’aggravante del connotare la donna come casalinga, angelo del focolare, che si prende cura di figli e marito, perché i commensali sono facilmente codificabili come amici.
A peggiorare la situazione Buitoni, però, arriva l’altro spot, che segue una linea perfettamente parallela a questa – in senso narrativo. Vediamolo.

Ma guardate…
Anche questo spot inizia con una donna che serve un pasto a tavola. Che strano!
E, sbaglio, o stavolta parrebbe che i commensali siano costituiti dalla famiglia di lei (marito e figlio) e una coppia – da intendersi come unita romanticamente o coniugata – di amici?
Esattamente come avviene per la prima pubblicità, anche qui vediamo qualcuno complimentarsi con la protagonista (vogliamo sottolinearlo che è l’unica altra donna e che la si fa focalizzare sul sapore leggero della sfoglia? No? Troppo tardi. Scusatemi) per poi avventurarci nei ricordi della stessa.

Ecco qua che, mentre la vediamo intenta a far la spesa, occupata nel frattempo a intrattenere una telefonata (perché ci piace questa comoda narrativuccia delle donne – madri/mogli/casalinghe – regine del multitasking, nevvero?), abbiamo la conferma del fatto che il pupo sia suo figlio. Sebbene apparentemente acquistate per errore, grazie al magico aiuto della sfoglia Buitoni, le barbabietole si trasformano in un piatto prelibato. E si finisce tutti felici e contenti con la fandonia dell’ispirazione del fruttivendolo.

Sfoglia Buitoni

Insomma, con questi due spot Buitoni non fa nulla di speciale, neppure in negativo. Si tratta letteralmente dei soliti schemi visti e stravisti, con la donna – e SOLO la donna – che viene visivamente rappresentata come responsabile di varie faccende domestiche, quando si sarebbe potuto tranquillamente decidere di avvalersi di due protagonisti (uno per pubblicità) di sesso diverso, e già quello avrebbe fatto tanto per modificare l’appeal pubblicitario generale di Buitoni.

Il peccato aggiunto è quello caratterizzato dalla poverissima scelta di associare questi spot  proprio per quello lì come slogan.
Ma dove sarebbe quest’abitudine di cambiare?

Non voglio dubitare, solo in risposta alle pubblicità, che quest’attitudine sia presente in sede di ideazione e produzione degli alimenti (aggiungo che il sito web non presenta affatto futili genderizzazioni ed è anzi ricco, accessibile, neutro e anche facile da navigare, nei limiti in cui ho avuto modo di farlo, quindi kudos per quello), ma…suggerirei di adottarla anche per quanto concerne l’aspetto del marketing. Dopo aver visto questi due spot, direi che una bella svecchiata non potrebbe che far bene alla cara Buitoni.

Quasi dimenticavo. Tra un video e l’altro sono incappata in questa pubblicità Buitoni. Non so se ne esiste una versione Italiana – non secondo le mie ricerche, ma so bene che non sono infallibili (fatemi sapere!) – ma sarebbe bello se così fosse. Ve la lascio qui, per consentirvi di guardare qualcosa di diverso, visto che i nostri spot ce lo impediscono.😉


SEGNALAZIONE E COMMENTO

L’espressione dell’opinione relativa agli spot – spesso più della segnalazione degli stessi – può essere cruciale e determinante nello stimolare i marchi a muoversi verso una direzione pubblicitaria diversa, più progressista e socialmente responsabile. Poiché l’unione fa la forza, come diversi casi hanno in passato dimostrato, invito tutti a prendersi il tempo per lasciare commenti sulle pagine ufficiali e/o inviare email ai marchi interessati. A seguire, i dati per gli spot menzionati nell’articolo:


1 Qualche riga su questo mi sento di spenderla seppur non necessariamente rilevante alle solite tematiche. Questo utilizzare come comic relief la decisione di preferire mentire (nel secondo caso anche davanti al figlioletto, che è invece consapevole della realtà) piuttosto che dichiarare una cosa talmente semplice e innocua quanto l’aver utilizzato basi o sfoglie già pronte (oppure aver acquistato un alimento per errore) è, a mio avviso, tutt’altro che simpatica. Il fine è quello di proiettare una specifica immagine di sé, una che prepara tutto da sé, o una che di certo non commetterebbe sciocchezze durante la spesa. L’aver dimenticato la busta sul tram, l’aver preso le barbabietole sebbene non fosse nei piani…quello è divertente, non dire bugie per coprire l’errore – per giunta con amici e familiari!

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