Chi Stereotipizza Più di Chanteclair?

Ci sono quelle aziende così illuminate, ma così illuminate, che creano nuovi spot sostanzialmente identici ai precedenti – fatto salvo per un paio di dettagli (un po’ come avveniva con Unieuro, per intenderci). Vediamo che gioie spumeggianti ci dona Chanteclair, che fa il suo ritorno sul blog dopo qualche mese!

Una donna scende dalla lavatrice su cui era seduta e si rivolge a tal signor Chanteclair, invitandolo a parlarne. Cioè, vi pare? Chanteclair lavatrice è ancora più efficace!!1#2! Sopraggiunge il signor Narratore, che ci racconta i benefici del prodotto, per un pulito come piace a me (proprio me, me). Lo splendido spot si conclude con l’espressione soddisfatta e ammiccante della protagonista.


Se vi siete rinfrescate e rinfrescati la memoria con lo spot precedente, avrete già notato come partenza (donna seduta sulla lavatrice, che scende per rivolgersi al fantomatico signor Chanteclair) e fine (donna soddisfatta che ammicca alla telecamera osservando un bianco indumento) sono assolutamente uguali a quelli della nuova fatica – perché avranno faticato tantissimo a creare questo originalissimo portento – del marchio Chanteclair.

Nella TV italiana siamo sempre alle solite. Non esistono che le solite. Quando spunta fuori qualcosa di non solito, va ancora a connotarsi come mosca bianca che conferma il mantenimento delle solite. Chanteclair è una delle aziende che preserva queste “solite” con maggior fermezza. La pubblicità è volta a promuovere un prodotto per la lavatrice. Il lavaggio del bucato e la cura della lavatrice sono faccende domestiche. E lo svolgimento delle faccende domestiche è un compito che spetta alle donne, in concordanza con i ruoli sessuali stereotipati. L’attuale situazione pubblicitaria italiana dimostra come preservare questo status delle cose importi più che ampliare il bacino di utenza (neppure menziono l’aspetto di un comportamento culturale etico, perché pare che ancora debba esser fondata l’azienda che non prioritizzi il profitto su tutto – uno dei marci più consolidati delle nostre società), cosa che avverrebbe se spot di questo tipo si rivolgessero a più che alle sole casalinghe – che come sempre ricordo essere una categoria in costante diminuzione, ma sembriamo far finta di niente (così come sembriamo voler invertire rotta) – e che rappresentassero più che le sole casalinghe.

Chanteclair
Ciao, sono io, Donna.
Sono qui, seduta sul mio trono. Da qui regno ogni dì. Perché ogni donna è una regina e si merita una reggia. Sbagliato spot?

Ma consideriamo anche gli altri dettagli della pubblicità, tanto quelli ulteriori di somiglianza con la precedente, quanto quelli che vanno a differire appena appena. Così come nell’altro spot, e così come in decine e decine di spot della stessa categoria, sebbene il target sia chiarito come femminile, e femminile sia la figura protagonista, la presentazione e spiegazione del prodotto sono affidate a un narratore maschile. In aggiunta, ulteriore autorità vien conferita al maschile per mezzo dell’esistenza della figura del Signor Chanteclair. Loro sanno, loro creano, loro hanno potere, e noi…noi si lava i panni, felici e soddisfatte.

La felicità e la soddisfazione costituiscono l’altro punto in comune, sia con l’altro spot che, ancora, con le decine e decine di spot della stessa categoria. Talmente è fantamirabolantasticoso il prodotto pubblicizzato, che ‘ste donne sono inebriate e trasudano gioia da ogni poro, esattamente come qualsiasi donna o uomo che lavi i panni nella realtà (come dite? No? Ah…). Come scrivevo in un altro articolo, giacché a questa considerazione seguono spesso quelli e quelle che “eh ma mica possono fa vedé che so tristi! Devono vendere gnè gnè gnè”, mostrare l’utenza come irrealisticamente felice e soddisfatta non è l’unica alternativa al non mostrarla come triste ed esasperata. L’eccezionale corpo umano ci consente di esibire un’ampia gamma di espressioni neutre e neutro-positive. C’è una bella differenza tra una ragionevole espressione di serenità (anche, volendo, con un lieve sorriso) e un sorriso a quarantacinque virgola sette denti, o ancora un vero e proprio ammiccamento verso la telecamera.

Chanteclair
Oh, ditemi un po’. L’espressione di sorpresa vi pare abbastanza credibile?

L’ammiccamento è un altro punto di differenza, o forse no, con lo spot precedente. Non mi è infatti chiarissimo quanto il fatto che l’espressione delle due donne risulti comunicare cose diverse, nonostante l’angolo sia lo stesso (sicuramente studiatissimo, a questo punto – davvero, guardate, è lo stessissimo angolo; ma perché quest’impegno non lo investite in altro, dico io?) e si tratti in ambo i casi di un sorrisetto alla telecamera, dipenda dal fatto che sia stato così richiesto alle modelle e così da loro rappresentato, oppure dalla differenza nei tratti delle due donne, e da come possano essere attenuati o enfatizzati anche dal fatto che una abbia un aspetto molto naturale, mentre l’altra, da brava casalinga perfettamente collocata nel contesto domestico, sembri indossare un bel po’ di trucco. Per il momento propendo per il fatto che SIA, e non solo sembri, un ammiccamento. Ma sono aperta ad altre considerazioni.

Altro punto di differenza, che può sembrare un dettaglio insignificante, ma a mio avviso non lo è, è costituito dalla collocazione delle due donne. Quella dello spot precedente è posta in una sorta di area non reale, un vuoto cosmico in cui esistono solo lei, la lavatrice e il prodotto Chanteclair (‘mazza che sogno, eh?). Ma quella del nuovo spot no, lei è proiettata in un’ambientazione vera. La vediamo immersa in una situazione domestica reale, una stanza arredata e accessoriata. Cosa ci specifica questo, che non ci veniva specificato per l’altra donna? La quantità di asciugamani presenti non lascia spazio a dubbi. Questa casalinga non vive sola; è una donna di famiglia. Non serve che ce lo dicano o mostrino esplicitamente, perché è da dar per scontato che sia maritata e abbia, probabilmente, figli o figlie. Perché quella è la rappresentazione dominante – quasi l’unica – della donna nel contesto pubblicitario. Non c’è ragione alcuna di pensare altrimenti, e le aziende lo sanno benissimo.

Chanteclair
Vi piace questo sorrisino furbino e penetrantino? Vi comunica sufficientemente bene quanto sia fantastico Chanteclair Lavatrice?

Insomma, Chanteclair.
Abbiamo capito che la formuletta con la figura protagonista che scende dalle lavatrice ti sta tanto a cuore, ma che ne diresti di piazzarci un uomo, la prossima volta? Sempre che quel che sta a cuore non sia invece il rinforzo degli stereotipi legati ai sessi e vi faccia orrore pensare a un uomo che fa il bucato come se fosse una persona decente, capace, con responsabilità legate al luogo in cui vive e che non gravi sulle spalle di mogli o compagne.

Se volete dire la vostra sul frizzantino spot Chanteclair, potete farlo cliccando sui link qui in basso.

Alla prossima e, mi raccomando, occhio agli spot!


SEGNALAZIONE E COMMENTO

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