Cif – Pulizia da Vere Principesse

Questa mattina ho avuto il dispiacere di guardare uno spot che ha generato in me un fastidio e ribrezzo, sensazioni che si sono acuite quando ho scoperto che:
– Si tratta di una pubblicità in giro già da due o tre anni (investire in nuove campagne potrebbe essere saggio…).
– Esistono altre versioni simili, tutte ugualmente – o persino maggiormente – raccapriccianti (qualora esistessero altre versioni non menzionate o di cui non sono a conoscenza, vi prego di informarmi).
Ma partiamo da quella vista stamane e scopriamo insieme come Cif va a stringere la mano a Lysoform, Vanish, Chanteclair, Omino Bianco e compagnia brutta:

Intanto, sì. Avete capito benissimo. Cif ha deciso di rendere le famose e amate Principesse (!) protagoniste degli spot della propria linea di prodotti per la pulizia della casa. Povera la nostra Cenerentola, lasciata tutta sola a pulire. Come farà? In suo aiuto giunge il fantastico sgrassatore universale Cif, che permette a Cenerentola di pulire la casa e…trasformarsi in una magnifica principessa che (e questo è un punto di rilievo) prende infine sembianze umane, a rappresentare l’utenza per cui il prodotto è pensato.


Ecco un altro degli spot della campagna.

Chi abbiamo qui? Un’altra principessina, mi pare logico. Per quanto si impegnasse, la giovane proprio non riusciva a pulire la sua cucina. Molto verosimile, peraltro, che una principessa pulisca la cucina, vero? Ma non è importante, in questo ambito, perché l’intento è quello di donare alla pulizia l’alone di piacere, positività e beltà associato con l’essere principessa (Se è vero che “Ogni donna è una principessa“, concetto di cui piace riempire le menti delle bambine, e che “Le principesse puliscono“, “Da brava donna/principessa, pulire è il tuo ovvio – persino appetibile – destino“).
Si badi al fatto che anche qui, alla fine, la principessa si trasforma nella vera protagonista dello spot: la donna.
Ma le note più dolenti devono ancora arrivare e sono rappresentate da altri due spot dei prodotti Cif. Ecco il primo:

A sorpresa, a parer protagonista, stavolta, è il Cappellaio Matto e non l’Alice che ci si aspetterebbe. Mettete da parte la sorpresa, però, perché non c’è alcuna sovversione del messaggio iniziale qui, anzi. Cappellaio e coniglio, infatti, sono demoralizzati per il fatto che la doccia sia già sporca nonostante l’abbiano pulita da poco. Chi potrà arrivare in loro soccorso?
Ma Alice, ovviamente, che pulirà la doccia con efficacia usando il prodotto Cif, spiegandone le proprietà ai protagonisti fantocci, ignari di tutto, che ascoltano con attenzione gli insegnamenti.
Alla fine, con un gioco di parole che riprende il nome del personaggio, il Cappellaio dice “Diventeremmo matti senza di te” e i tre si trasformano in una classica famiglia composta da padre, madre e figlio, chiarificando il messaggio dello spot.
Uomo e prole – assolutamente impediti e impossibilitati dal compiere semplicissime azioni di cui chiunque potrebbe essere capace – diventerebbero matti senza la donna di casa, che adibisce con cura i propri sforzi alle faccende domestiche.
Peggiorare, a questo punto, la posizione della campagna pubblicitaria è grossomodo impossibile, ma rafforzarla è possibile eccome. A permetterlo è un altro spot ancora, che stavolta davvero non vede nessuna principessa o fanciulla come protagonista:

Avete già notato la terribile falla che non permette a questo spot di distanziarsi dalla linea degli altri?
Guardate bene e farete caso al fatto che, al contrario di quanto avviene negli altri due spot, i due personaggi, alla fine della pubblicità, non si trasformano in persone in carne e ossa.
Per Cif, evidentemente, era davvero un’impresa TROPPO difficile, quella di visualizzare esseri che non fossero di sesso femminile come protagonisti di uno spot – nonché rappresentanti di utenza – dei propri prodotti.

Che dire? Complimentoni.
Come i diversi articoli del blog dimostrano, sono ancora in tanti i marchi che insistono nel perpetrare dannosissimi e superati (o meglio, che andrebbero superati al più presto) stereotipi di genere – nella fattispecie, quelli che vedono le faccende domestiche come esclusivo appannaggio della donna e che non competono in modo alcuno al genere maschile (a volte specificatamente mostrato come bisognoso dell’aiuto femminile) – e forse qui non si arriva ancora a superare il tremendo livello di Lysoform con la SuperMamma, ma ci si va certamente vicino.
Lì negli uffici Cif sentite l’impellente bisogno di rendere le principesse protagoniste dei vostri spot? Bene, ma per evitare di inviare messaggi tremendi create anche pubblicità con protagonisti Hercules, Aladdin, Prince Charming o chi per loro – che rigorosamente, al termine dello spot, si tramutino in uomini comuni.

BASTA.
È ora di promuovere campagne pubblicitarie che presentino un minimo di responsabilità sociale e desiderio di progresso. Ne abbiamo bisogno. Ne va di noi, dei nostri figli e del nostro modo di percepire noi stessi e gli altri nella vita di tutti i giorni.
Spot di questo tipo non vanno tollerati. Non vanno accettati. Facciamoci sentire, sempre.


SEGNALAZIONE E COMMENTO

L’espressione dell’opinione relativa agli spot – spesso più della segnalazione degli stessi – può essere cruciale e determinante nello stimolare i marchi a muoversi verso una direzione pubblicitaria diversa, più progressista e socialmente responsabile. Poiché l’unione fa la forza, come diversi casi hanno in passato dimostrato, invito tutti a prendersi il tempo per lasciare commenti sulle pagine ufficiali e/o inviare email ai marchi interessati. A seguire, i dati per lo spot menzionato nell’articolo:

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