La Pericolosa Cultura della Ricerca della Bellezza (Velvet Soft di Scholl)

Come ben avrete notato, se siete in vita da più di una manciata di anni, i media fan braccetto con il senso comune sociale attualmente consolidato per rinforzare i messaggi legati alla necessità di donare priorità a ogni aspetto della cura del proprio corpo…se si è membri del sesso femminile.
Cose che consideriamo ovvie e normali e, sebbene sia plateale che non lo siano, persino naturali – l’attenzione alla lucentezza dei capelli, alla depilazione (su cui conto di soffermarmi in futuro), alla morbidezza della pelle, alla dentatura splendente – vengon così ulteriormente normalizzate e acquistano un vigore nuovo.
Ma vediamo lo spot da cui ho deciso di trarre spunto per questo articolo.

Velvet Soft di Scholl è un prodotto che consente di ottenere piedi morbidi e vellutati, connotandosi come una vera e propria – come il marchio stesso suggerisce – beauty routine per i piedi. Un po’ come il make-up per i denti bianchi, insomma.


Si evince il puntare sul concetto di bellezza, al fine di attecchire nel bisogno appreso (imposto), dalle donne, di prendersi attenta cura di questa parte di sé, in ogni suo aspetto, da capo a piedi.
Fa rabbrividire pensare al tempo che, ipoteticamente, sarebbe necessario impiegare quotidianamente per seguire tutte le dritte di bellezza e utilizzare tutti i prodotti proposti.
Eppure alle donne si insegna a conferire alla ricerca della bellezza un valore tale che l’occupare il tempo così diviene, per molte, la normalità (missione compiuta, società!).*
E se pensate che vi sia dell’effettivo naturale in questi desideri, è evidente che – che siate uomini o donne voi stessi – vi manchino consapevolezza e conoscenza concernenti il modo in cui le donne vengono tirate su.

Cosa ci comunica questa pubblicità (i cui protagonisti sono tutte donne, così da chiarificare – semmai ci fossero dubbi – la genderizzazione del prodotto), insieme alle altre di questo tipo?
Il fatto che sia da reputarsi auspicabile e desiderabile avere piedi morbidi e vellutati…SE siete donne. Non ci importa proporre prodotti neutri che possano essere utilizzati da eventuali esponenti del sesso maschile per contrastare la secchezza della pelle dei piedi. Non vogliamo che gli uomini diano rilievo a queste cose (non ditelo in giro, ma ci serve per rafforzare le immagini e le distinzioni di genere già create e culturalmente e socialmente implementate!). Ma vogliamo che per le donne sia importante. Vogliamo che desiderino piedi morbidi, pelle vellutata, denti bianchi, capelli lucenti e setosi, volti privi di rughe. Vogliamo che dedichino l’interezza delle loro vite a rincorrere ideali da noi proposti/imposti – irraggiungibili perché in continuo mutamento – impiegando tempo, sforzi e denaro altrimenti utilizzabili per portare a compimento una potenzialmente infinita quantità di cose, di cui, tranquille, lasceremo che si occupino gli uomini, che potranno farlo mentre siete indaffarate con le vostre routine di bellezza.

Appunto importantissimo. L’intento delle mie parole non è quello di demonizzare la cura di sé, aprioristicamente. Lungi da me. La scelta consapevole, da parte di donne e uomini, di ritagliare parte del proprio tempo per curare il proprio aspetto, ha anzi molto di sano e positivo. La consapevolezza, però, è solo di rado presente e molto più spesso si diventa nostro malgrado schiavi di quanto ci viene suggerito e mostrato dall’esterno. Ben venga un utilizzo di prodotti per la cura di sé fatto con cognizione di causa e ragionevolezza. Cercate di interrogarvi per capire se quello che state facendo lo state facendo perché davvero lo volete, o perché vi è stato suggerito che dovreste volerlo. Cercate di interrogarvi per capire se lo spazio che la ricerca della bellezza occupa nelle nostre menti e nelle vostre giornate è davvero necessario, così com’è. Se non sia opportuno ridimensionarlo per coltivare anche altro, per essere gli esseri umani che siete, gli uomini e le donne che siete e non quelli che società e media vogliono.

SEGNALAZIONE E COMMENTO

L’espressione dell’opinione relativa agli spot – spesso più della segnalazione degli stessi – può essere cruciale e determinante nello stimolare i marchi a muoversi verso una direzione pubblicitaria diversa, più progressista e socialmente responsabile. Poiché l’unione fa la forza, come diversi casi hanno in passato dimostrato, invito tutti a prendersi il tempo per lasciare commenti sulle pagine ufficiali e/o inviare email ai marchi interessati. A seguire, i dati per lo spot menzionato nell’articolo:

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