L’evoluzione del pulito? Sessista e Stereotipata, per SuperFive di ORLANDI

Al centro dell’articolo di oggi non ci sarà uno spot televisivo, bensì un’immagine pubblicitaria, che probabilmente qualcuno di voi ha già avuto occasione di vedere, scorrendo la bacheca di Facebook o la timeline di Twitter. Nel dubbio che non facciate parte di chi ha già familiarità con il contenuto, però, invito a essere prudenti e a prepararsi all’osservazione di qualcosa che ben merita la vostra indignazione. A chi va riconosciuto l’onore di aver scatenato questi sentimenti, che faremmo tutti volentieri a meno di provare? Al marchio SuperFive, del gruppo ORLANDI S.P.A.

Il cartellone nella foto permette di osservare quella che ORLANDI ha deciso di chiamare Evoluzione del Pulito, rappresentata sotto forma di un parallelo con l’evoluzione della donna. Guardando da sinistra verso destra, possiamo vedere una scimmia (da intendersi di sesso femminile, ovvio) intenta a pulire avvalendosi di un osso e di una pezza composta da pelli animali e poi, mano a mano che si muovono passi verso il progresso, un primitivo esemplare di femmina di umano con attrezzature più pratiche ma ancora rudimentali, una signora con un classico mocio e, infine, del prodotto creato dal marchio SuperFive, il RotoMop, tra le mani di un’avvenente ed elegante donna moderna.

Sebbene l’immagine in alto (scattata presso la mostra-convegno “Marca” di Bologna) risalga a pochi giorni fa, la comunicazione pubblicitaria è presente on e offline sin dal 2014.

In questa forma, costituiva l’immagine di copertina della pagina Facebook del marchio.

Ancora una volta, e mediante una modalità comunicativa particolarmente diretta, quasi come un pugno in faccia, ci viene proposta l’apparentemente imprescindibile (quantomeno per le menti di chi crea e pubblicizza) associazione tra attività di pulizia e donne – queste ultime che, in sostanza, si sarebbero evolute con straccio e spazzolone in mano.

Tralasciamo pure l’assurdità dell’immagine con la scimmia, che supera il ridicolo al di là di qualsiasi altra possibile considerazione, e focalizziamoci sulla felicità sul volto dell’ultima donna, quella più evoluta, quella con il prodotto SuperFive. Com’è contenta di non essere più costretta a spezzarsi la schiena per pulire i pavimenti. Una donna nuova, il cui candore dei vestiti rispecchia la lucentezza dei pavimenti, che pulisce con serenità, svolgendo così il compito che le spetta in quanto essere umano di sesso femminile.

Per merito del progresso delle tecniche pulenti, la donna può portare a compimento le mansioni che la società le riconosce come di proprio appannaggio, facendolo con più convenienza e in meno tempo.

Tutti sappiamo, dopotutto, che la più grande conquista del sesso femminile è da riscontrarsi nell’acquisita possibilità di pulire più comodamente. Tutti sappiamo, dopotutto, che la realizzazione delle donne si pone in atto entro le mura domestiche, tramite pulizia e cura dei pargoli. Tutti sappiamo, dopotutto, che gli esseri di sesso maschile non possiedono capacità fisiche che consentano loro di imbracciare attrezzi e prodotti pulenti, né sono dotati della giusta disposizione a queste attività. Agli uomini spetta tutto il resto e la realizzazione non può esaurirsi in casa dove, invero, non ci si aspetta che avvenga neppure in minima parte.

Campagne pubblicitarie come quelle del marchio SuperFive vanno con tremenda ovvietà a dare man forte, a supportare e a rinvigorire tutto questo sentire ancora troppo comune e tutti questi stereotipi di genere ancora troppo radicati, che tuttora ostacolano con fervore la liberazione umana e sociale di tante donne (e, allo stesso tempo, di tanti uomini1).

Per il gruppo ORLANDI la pulizia è proprio donna, radicalmente donna, spudoratamente donna ed esclusivamente donna. Non ci credete? Dimentichiamo per un momento il disgustoso cartellone pubblicitario – di cui, comunque, il marchio sembra andar ben fiero – e diamo uno sguardo, insieme, al resto dell’immaginario proposto dal marchio SuperFive in relazione ai suoi prodotti.

Orlando SuperFive
Una donna che pulisce sulla confezione del panno multiuso XP.
Orlando SuperFive
Una donna che pulisce sulla confezione dei panni multiuso 3D.
Orlando SuperFive
Una donna che pulisce sulla confezione del panno microfibra INOX!
Orlando SuperFive
Una donna che pulisce sulla confezione del panno multiuso con trama scozzese.
Orlando SuperFive
Una donna che pulisce anche sulla confezione del panno multiuso cucina heavy wipe.

E ci sono donne anche sulla confezione del Whao Mop, del panno gigante 3D, del panno per pavimenti…

Orlando SuperFive
Una donna anche per introdurci alla sezione dei prodotti per la lavatrice.

Ma se non vi basta, sappiate che oltre all’associazione esclusiva donna-pulizia, SuperFive punta anche alla targetizzazione esclusiva! La possibilità che un uomo possa dedicarsi o anche solo interessarsi a queste faccende non è proprio contemplata da questo meraviglioso marchio all’avanguardia. Guardate qui com’è pubblicizzato il prodotto presentato per mezzo del cartellone al centro dell’articolo.

Orlando SuperFive

Stanca di fare fatica col vecchio sistema MOP a strizzo? Eh, donna?
Per fortuna che c’è SuperFive, che ha concesso alle donne il privilegio di evolversi coerentemente con il proprio esistenziale senso utilitario domestico!

Mettendo per un momento in standby l’indignazione relativa al limitante e umiliante incasellamento domestico costantemente perpetuato in relazione alla figura femminile, come si può pensare che un uomo possa sentirsi propenso ad avvicinarsi all’ambito della pulizia, che possa sentirsi anche solo lontanamente benvoluto tra le sue scintillanti braccia, se viene tagliato fuori di netto già a partire dalla promozione dei prodotti? Questa comunicazione è un coltello a doppia lama che, mediante la circoscrizione di un sesso e l’esclusione dell’altro, conduce verso la stessa, tradizionale e deleteria, direzione.

Che dire? Uomini e donne si sono senz’altro evoluti, così come si sono evolute le tecnologie per agevolare le pratiche pulenti. Ma lo stesso non può dirsi di SuperFive e del panorama pubblicitario in generale, che continua a palesare un evidente impegno volto all’arretratezza e alla preservazione di immaginari e tradizioni detrimentali che stanno sensibilmente rallentando importanti forme di progresso. Si tratta di contenuti cui veniamo tutti esposti sin dalla tenera età e la cui assimilazione, conscia o inconscia, parziale o totale, non può essere completamente in nostro potere. Volgere lo sguardo altrove non serve. È ora di sollevare alta la voce dell’indignazione e di dire basta, un basta che sia fermo e forte, se desideriamo consegnare una società che sia più sana e libera alle donne e agli uomini che verranno dopo di noi.

Se avete voglia di farvi sentire, vi invito a cliccare sui link di contatto qui in basso.

Per il momento è tutto! Alla prossima e, mi raccomando, occhio agli spot!


SEGNALAZIONE E COMMENTO

L’espressione dell’opinione relativa agli spot – spesso più della segnalazione degli stessi – può essere cruciale e determinante nello stimolare i marchi a muoversi verso una direzione pubblicitaria diversa, più progressista e socialmente responsabile. Poiché l’unione fa la forza, come diversi casi hanno in passato dimostrato, invito tutti a prendersi il tempo per lasciare commenti sulle pagine ufficiali e/o inviare email ai marchi interessati. A seguire, i dati per lo spot menzionato nell’articolo:


1 Vale sempre la pena ricordare che l’associazione esclusiva di un ambito a uno dei due generi (come al solito concedetemi la considerazione binaria, essendo l’unica a cui è consentita la rappresentazione) ha conseguenze negative, seppur sempre di tipo diverso, anche per l’altro. Nel caso in discussione, uomini che si trovano interessati, portati o disposti alla pulizia, insieme anche a quelli che la praticano regolarmente pur senza particolare interesse o piacevolezza (esattamente come una parte consistente delle donne che puliscono) e accanto anche ai veri e propri casalinghi, possono trovarsi loro malgrado a provare disagio per la propria condizione in quanto socialmente percepita come inadeguata rispettivamente al sesso di biologica appartenenza. A rinforzare la visione, a opera di uomini e donne indistintamente, troviamo la pletora di espressioni relative al fatto che un uomo attivo in casa non è mai, davvero, un uomo attivo in casa, ma semplicemente un uomo che aiuta, offrendo supporto a colei cui quei compiti spettano realmente. Non basta, perché – anche per far sì che si conservi l’idea della donna come regina della pulizia – esiste anche un concreto impegno a comunicare i membri del sesso maschile come assolutamente incapaci di svolgere anche le mansioni domestiche più semplici (lo spot Tantum VerdeDol è un potente portavoce di tutti questi luoghi comuni). La convinzione può radicarsi al punto tale da generare profezie autoavveranti o da scoraggiare dal mettersi alla prova. L’uomo che pulisce, per qualsiasi ragione e in qualsiasi misura lo faccia insomma, non è considerato un’esistenza valida e legittima, e si osserva come posto in uno status che va giustificato dalle circostanze che ne costringono la venuta in essere. Tutto naturale – per quanto orrida – conseguenza degli stereotipi di genere.

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