Linfe Vitasnella – Benessere e Leggerezza? Roba da Donne

Per voi che avete voglia di leggerezza, oggi continuiamo a parlare di bevande. Vediamo insieme la pubblicità del nuovo prodotto Vitasnella (sì, ancora Ferrarelle): le Linfe.

Musica e colori vivaci accompagnano una giovane che si trova catapultata in mezzo alla natura subito dopo aver bevuto in ufficio, in compagnia delle altre due protagoniste e di tre colleghi. La seconda giovane, circondata dalla prima e dalla terza, fa yoga bevendo il prodotto Vitasnella. L’ambientazione scelta per la terza protagonista, che è sempre assieme alle altre due e qui anche con i tre ragazzi, è il mare. Le tre si mettono in posa e si stendono sulle sdraio, con i ragazzi che si curano di fare ombra. Al termine dello spot, la narratrice ci presenta i tre prodotti, mostratici in parallelo con le tre protagoniste. Parliamone.

Il problema è lo stesso della comunicazione Peroni, con una piccola ma significativa differenza: la pubblicità delle Linfe di Vitasnella è rivolta in modo esplicito ed esclusivo al pubblico femminile, così come il prodotto. Se non fossero sufficienti l’impostazione narrativa e il fatto che i tre personaggi protagonisti sono tutti di sesso femminile, a chiarire l’ovvietà della genderizzazione arrivano le frasi finali: “Per essere sempre te stessa al meglio” e “Mai stata meglio”. Come paese opponiamo una resistenza enorme e irragionevole all’uso del femminile nel linguaggio, ma non esitiamo a usarlo in modo innecessario per parlare di prodotti che invitano a tenersi in forma e mostrarsi belle.

Vitasnella
“Ciao, sono una giovane donna canonicamente attraente e in forma e bevo Vitasnella per sentirmi bene e leggera. Zero calorie!!11!”

Le Linfe Vitasnella non sono per le persone che hanno voglia di benessere e leggerezza. Sono per le donne che hanno voglia di benessere e leggerezza. La comunicazione dà per scontato che ad avere voglia di benessere e leggerezza siano solo le persone di sesso femminile, escludendo a tappeto metà popolazione. Neppure un accenno a mettere in discussione questo punto. Il messaggio reale, derivato dalla scelta genderizzante, è: “In quanto donne, dovreste aver voglia di benessere e leggerezza. Pertanto, dovreste voler acquistare questo prodotto”. La conseguenza parallela è che si continua a comunicare l’interesse per benessere e leggerezza come alieni al mondo maschile, nella solita e completa mancanza di rispetto e considerazione per l’effettiva unicità degli individui, che adoriamo annullare.

Ci vogliono in blocchi ben distinti e ci vogliono con i precisi desideri che fan comodo alle mire di vendita. Dovranno pur vendere, dirà qualcuno. Io invece dico che il rispetto dell’individualità e dei desideri di ogni singola persona, così come il diritto che ciascuno dovrebbe avere a non essere costantemente bombardato da condizionamenti legati a stereotipizzazioni limitanti e dannose di derivazione patriarcale sono molto più importanti delle vendite di qualunque azienda. Non esistono motivazioni eticamente valide a giustificare queste scelte comunicative.

Vitasnella
“Ciao, anche io sono una giovane donna canonicamente attraente e in forma e bevo Le Linfe Vitasnella per sentirmi bene e leggera. Zero zuccheri11!”

Particolarmente fastidioso, a mio vedere, è quel “Per essere sempre te stessa al meglio”. La strategia non è nuova, e sta diventando comune come i vari “proprio come lo fai tu” e “come fatto in casa” (abusati per i prodotti alimentari). Sono meccanismi con lo stesso tipo di intento manipolatorio dei sentimenti di chi guarda. Nel caso specifico l’inganno è costituito dal mascherare con la garanzia di essere sé stessi un invito a diventare qualcosa d’altro da sé stessi, modificandosi e migliorandosi secondo il concetto di miglioramento proposto dall’azienda (non certo quello sviluppato autonomamente). Te stessa, ma…più sana, più leggera, più depurata, più idratata, più drenata, grazie alle Linfe Vitasnella! Non interessa a nessuno che le donne siano sé stesse. Vogliono solo che comprino il prodotto, qualsiasi cosa ciò significhi relativamente all’essere sé stesse.

Vitasnella
“Ciao, anche io sono una giovane donna canonicamente attraente e in forma (so pure sexy con l’occhio socchiuso, nè!) e bevo Le Linfe Vitasnella per sentirmi bene e leggera. Sono una me stessa migliore migliorata super meglio!”

E ora passiamo a parlare del tipo di rappresentazione presente nello spot, partendo dalla considerazione del fatto che, sebbene le protagoniste siano da intendersi come indicative dei tre diversi tipi di bevanda (in tal senso si pone in essere anche il solito parallelo tra donna e prodotto, con le ragazze-Linfe), la loro varietà rappresentativa è platealmente fittizia. Le tre modelle sono identiche, nel loro rispondere ai canoni estetici proposti (imposti) dalla società. L’idea di mostrare tipologie variegate di donne, come al solito, non è tenuto presente. D’altronde abbiamo già avuto modo di impararlo, che solamente gli uomini sono considerati esseri umani e, come tali, meritevoli di una rappresentazione che non sia esclusivamente idealizzata e irreale. Come dite? Non in questo spot? Piano, non correte.

Se nello specifico di questo spot anche i ragazzi sono dei modelli e non rappresentano il comune dell’estetica maschile, è perché non sono presentati come involucro dello spettatore, non si rivolgono allo spettatore; non sono i protagonisti. Eh, no. Proprio no. La pubblicità è rivolta a donne, solo ed esclusivamente a donne. Le spettatrici sono invitate a immedesimarsi nelle protagoniste, ad ambire a emulare il loro benessere e la loro leggerezza (la loro bellezza – coerente con i canoni). Non c’è l’interesse a far sì che gli spettatori si immedesimino nei modelli.

Vitasnella
“Ciao, siamo tre masculi profondamente appagati dal nostro ruolo di ombrellini. Non vogliamo star bene ed essere leggeri perché è roba da donna. Vi spalmiamo pure il doposole?”

I tre ragazzi sono completamente esclusi dalla narrativa pubblicizzante. Sono usati come personale di servizio, sono accessori, sono degli abbellimenti di sfondo. Sono la versione maschile delle ombrelline: gli ombrellini. Questo, chiaramente, significa che sono rappresentazioni e presenze auspicabili esattamente come le ombrelline: PER NIENTE. La spinta dattela da sola. L’ombrellone piantatevelo da sole, magari proprio con la leggerezza guadagnata bevendo Vitasnella. Zero attenuanti. C’era ampio spazio per creare coreografie che non coinvolgessero gli individui di sesso maschile SOLO come esseri di servizio. Sarebbe già stato sufficiente renderli parti attive nel consumo della bevanda. Ma niente.

Insomma, genderizzazione del tutto innecessaria (come sempre è, fatta eccezione per i prodotti con reale e indiscutibile beneficio o utilità esclusivi per un sesso) di prodotti con qualità che potrebbero risultare utili a chiunque prescindendo il sesso, creazione di un parallelo tra donna e prodotto, presenza maschile ridotta ad accessorio. Un piatto il cui sapore marcio non può essere mascherato da colori, toni e ritmi freschi e vivaci, seppur di per sé apprezzabili e adatti al prodotto.

Vitasnella
Io stavo molto meglio prima di vedere questo spot.

Mi auguro che Vitasnella voglia valutare l’ipotesi di valutare gli uomini come parte integrante del target delle Linfe, rimuovendo del tutto le esplicitazioni di genderizzazione (le frasi in primis, perché sono l’elemento di maggiore esplicitazione) e creando una comunicazione che rifletta il fatto che proprietà idratanti, rigeneranti, disintossicanti, antiossidanti, antiinfiammatorie e che favoriscono funzionamento dei reni, dell’intestino e l’eliminazione delle tossine possono generare interesse e reputarsi utili a prescindere dal sesso di appartenenza1. Invito anche a valutare il fatto che alienare metà della popolazione, scoraggiandola brutalmente dall’acquisto (facendosi andar bene eventuali acquirenti casuali), non sia saggio anche in termini di potenziale profitto, specie considerando il lungo termine.

Anche per stavolta è tutto. Se volete dire la vostra a Ferrarelle, vi invito a cliccare sui link in basso.

Alla prossima e, mi raccomando, occhio agli spot!


SEGNALAZIONE E COMMENTO


1 Se ora come ora l’interesse verso ciò che riguarda linea e benessere psicofisico è maggiore (o comunque percepito come tale) nelle donne, non dipende in modo alcuno da fattori intrinsechi. È tutto frutto di cultura e indottrinamenti, che spingono le femmine della nostra specie a inquadrare certuni aspetti della propria esistenza come prioritari, sin dalla prima infanzia. Bisognerebbe fare in modo che il desiderio di attingere a determinati benefici nasca in modo spontaneo e personale e non sia in ogni caso istigato, promosso e/o subdolamente forzato sulla base del proprio sesso.*

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