Montana: Caso Chiuso. Speranza e Gratitudine

Giungo oggi a voi con una splendida notizia, che racchiude in sé un’informazione negativa e una positiva (due facce di una stessa medaglia).

Andiamo con ordine. Ricordate questo? Ne avevamo parlato qui e qui.

Sì, è proprio lui. Il terribile, orribile e tremendamente offensivo spot Montana.
La novità qual è? Che questo spot, ufficialmente, non è più!
Proprio così, amici e amiche, possiamo ufficialmente gioire di questa evenienza, e un grazie va a tutti coloro che si sono presi la premura e il tempo di segnalare i contenuti della pubblicità allo IAP.

Se ho potuto scoprire la buona nuova è stato grazie al sempre vivo e attivo spazio Facebook “La Pubblicità Sessista Offende Tutti“, all’interno del quale una cordiale utente di nome Nora ha condiviso la risposta ricevuta dallo IAP in seguito alla segnalazione dello spot. Lascio un link al post originale prima di proseguire con la lettura della risposta di cui sopra:

La risposta condivisa da Nora sul gruppo Facebook

Per prima cosa, prima ancora per lo IAP (ma secondariamente a chi ha segnalato) voglio porgere i miei ringraziamenti a Montana. Niente può cancellare l’offensività dei contenuti dello spot realizzato e messo in onda, ma la volontà di impegnarsi in virtù del cambiamento è importante, è TUTTO. E se non si riconosce il merito di questo, in un panorama ancora dominato da marchi che chiudono occhi e tappano orecchie, allora stiamo fallendo.
Pertanto, alla luce dei risvolti della vicenda, voglio mostrare fiducia a Montana e attendo i prossimi spot, speranzosa di venir sorpresa positivamente e di poter osservare con il sorriso il nuovo spot che scorrerà sullo schermo.

E veniamo alla notizia con doppia sfaccettatura.
Pensate che lo spot sia stato ritirato perché effettivamente ritenuto problematico dall’IAP? Al punto tale da provocare il cancellamento della messa in onda?
Ebbene, questa fu la risposta che ricevetti io quando segnalai lo spot, quello stesso spot, allo IAP.
La risposta ricevuta da me.Il caso fu archiviato poiché lo spot non era ritenuto offensivo secondo gli standard del Codice di Autodisciplina IAP.

La cattiva notizia, dunque, è che in casi come quello rappresentato dallo spot Montana, sebbene il grado di offesa possa risultare chiaro e ovvio agli occhi di molti, a quanto pare non è abbastanza per infrangere le normative dello IAP.

La buona notizia, ed è quella su cui bisogna focalizzarsi, è che è altresì evidente che, in casistiche come queste (probabilmente percepite su un livello borderline…? Non saprei), l’affluenza di più segnalazioni può DAVVERO fare la differenza (Così come non va sottovalutata la collaborazione del marchio).

Montana

Spero che la conclusione di questo caso possa donare ulteriore linfa alla motivazione e alla volontà di cambiare le cose.
Farci sentire serve, è utile e può avere risultati concreti, tangibili e duraturi!

Non abbiate paura di dire a gran voce quando trovate qualcosa sessista o in altro modo offensivo. Diffondete la voce, invitate al dialogo, segnalate, parlate. Qualsiasi cosa, ma NON FERMATEVI!

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