Udite, udite, mie prodi e miei prodi!
Quella di cui vi parlerò oggi è una categoria di prodotti preziosa, che torna a scintillare sulle pagine del blog dopo quell’assoluto orrore che ci regalò Breil nel 2017. Vediamo di quale immenso ci illumina Morellato.
Una giovane donna, con indosso uno stabilissimo asciugamano, si muove in modo estremamente naturale e per niente sensuale all’interno di una stanza, per poi procedere a lanciare per aria una miriade di capi di abbigliamento. Al termine della sua opera, si dirige alla porta, e vede muoversi verso sé un uomo in giacca e cravatta, che si inginocchia e le porge un robetto argentato con una forma un po’ boh e un po’ chissà. L’impatto dell’argentea luminescenza fa sì che la donna scoppi in un entusiasmo incontenibile, con la coseguenza che lo stabilissimo asciugamano finice col capitolare. La narratrice, che suona contenta e soddisfatta, ci dice che i gioielli Morellato son da vivere. Or bene, parliamone.
I piani di osservazione nel caso in questione sono due: quello della rappresentazione e quello del messaggio. Parliamo di entrambi, in ordine.
Lo spot Morellato ci mostra due personaggi. Una donna, la protagonista, e un uomo, che si può ragionevolmente ipotizzare sia il suo compagno.
Come ci vengono descritte queste due persone? È presto detto. O, meglio, presto visto.
Lei è nuda, nel senso che non è vestita, per l’intera durata dello spot. A coprirla è solo un asciugamano (un accappatoio sarebbe stato troppo coprente?). E forse una goccia di Chanel n°5, chissà. Sebbene sia nuda, però, a rivestirla ci sono già un quintale e mezzo in collane, bracciali e orecchini. Quelli può tenerli. Il resto tutto via.
Come lei, anche l’uomo è nudo. Ah, no? No. Lui è vestito che più vestito non si potrebbe. Mentre lei ci si presenta con il grado di formalità minore possibile, su di lui è cucito il top del top della formalità. Lei è decolleté, spalle in scuotimento, braccia struscianti. Lui è persona in completo elegante.
Ancora sul piano rappresentativo, la donna Morellato ci viene mostrata mentre si dimena scatenata nella sua stanza, con movenze astruse condite da immancabili (nelle rappresentazioni mediatiche della donna) sfumature sensuali. Suadente con gli occhi chiusi e la bocca semiaperta, poi idiota che lancia abiti di qua e di là (perché “non so cosa mettere!1!1!”?), e poi infine regina degli stupori teatrali che meno naturali non si può. Insomma, sembra una sciocca instabile. Cosa fenomenale, perché ci piace che venga mantenuto il pregiudizio per cui le donne son frivole, ossessionate da oggetti sbrilluccicosi, da abiti e dall’idea del matrimonio, no? No? Manco per niente, ci piace, Morellà. E l’uomo, invece? Invece di dimenarsi, lui è estremamente calmo e posato. Non lancia niente per aria, non esprime teatralmente alcun tipo di emozione (a dire il vero non ne esprime proprio nessuna – che Morellato sia del parere che le emozioni de-virilizzino il masculo, da amante degli stereotipi sessisti? Magari il poverello fatica a nascondere la tristezza in vista del matrimonio, anche questo secondo stereotipi). Si limita a comparire, ad agire e a ottenere una reazione alla sua azione.
Ed è la reazione alla sua azione, che ci porta al secondo piano osservativo, che è quello del messaggio. Sebbene rientrino all’interno del reame messaggistico anche gli elementi rappresentativi (perché ci parlano di quanto viene comunicato in relazione all’immagine della donna e dell’uomo), il fulcro comunicativo dello spot Morellato è racchiuso nel racconto che integra al suo interno, che si conclude negli ultimi secondi. In seguito al ricevimento dell’ennesimo gioiello che andrà ad appesantire le sue nude membra, accompagnato da quella che sembrerebbe essere una proposta di matrimonio (personalmente non trovo che questo punto sia sufficientemente chiaro, per via del taglio delle scene, almeno a una prima visione), la protagonista decide di reagire – oltre che con quel surrogato di stupore – con la caduta dell’asciugamento, che allude in modo molto trasparente a quanto seguirà. La donna decide di rispondere al gioiello con del sesso. La prestazione sessuale si connota non come esperienza spontaneamente naturale, ma come merce di scambio. Mi regali un gioiello? Mi chiedi di sposarti? Ecco a te, ti sei meritato del sesso. Come, per giunta – se proprio volessimo ipotizzare che sia indispensabile ricambiare un gesto carino/gentile/romantico (che risulterebbe poi difficile considerare incondizionato, perché si educa l’altro ad aspettarsi qualcosa in cambio) – se la donna non avesse che la disponibilità del proprio corpo con cui poter ricambiare. Avrebbe potuto ricambiare con un gioiello a sua volta, o con un altro regalo materiale. E invece no. il premio per l’uomo che ha reso felice la sua donna regalandole ciò che desidera (che volete che desideri, se non gioielli e matrimonio) è…del sesso.
Questo immaginario va a rinforzare in primis la terribile concezione misogina che legittima il sesso come moneta di scambio; concezione che compromette fin nelle sue più importanti radici l’idea del sesso da vivere per spontaneo e genuino desiderio delle parti coinvolte, senza l’intervento di elementi esterni (quali possono essere regali, ricatti subdoli o espliciti, allusioni ad avanzamenti lavorativi, denaro) che possano minare o influenzare la dinamica di reale consensualità e libertà, nel pieno rispetto di ciascun individuo nella sua dignità di essere umano.
In secondo luogo, vedere con quanta gioia e semplicità la donna decide magicamente di concedersi sessualmente (per togliere eventuali dubbi a chi ne avesse, no, la vista di gioielli non fa sorgere incontenibile desiderio sessuale nelle persone – è reso molto chiaro come la donna decida di fare sesso in risposta al dono, non per desiderio) in seguito al ricevimento del dono / della proposta, va a legittimare anche il senso di pretesa che molti ragazzi e uomini sentono, nei confronti delle donne, quando si comportano in modo gentile con loro o, ancor di più, quando spendono per loro ( = soldi per sesso. I meno svegli tra loro non se ne accorgeranno, ma questa convinzione fa sì che vedano tutte le donne in termini prostituitivi). Oh, le ho pagato la cena e…niente! Ma vi pare? Dov’è il sesso che mi spettava per il mio investimento di denaro?? Tranquo, Arcibaldo, ora con Morellato andrai sul sicuro. E se la tua donzella non fa calar l’asciugamano, puoi sempre segnalare l’azienda per pubblicità ingannevole.
Sapete qual è la cosa peggiore, con tutto che è difficile fare una classifica di grado di schifo quando si parla di questi temi? Che quando gli Arcibaldo (mi scusi chi si chiama così; la scelta del nome è del tutto casuale!) non ottengono quel che pensano di meritare, a volte si limitano a mettere il muso e tagliare i ponti per passare alla prossima, ma altre volte si arrabbiano. E alcuni degli Arcibaldo che si arrabbiano, possono essere pericolosi. Ma non dovete prendermi in parola, perché la prova della reazione degli Arcibaldo al rifiuto di donne che, a loro misogino avviso, avrebbero dovuto corrispondere il proprio desiderio e interesse, la trovate all’incirca ogni giorno – a volte in più di un caso – su tutti i migliori giornali Italiani.
Insomma, con tutto che gli stereotipi sono l’assoluta norma in pubblicità, quando le aziende produttrici di gioielli ci si mettono, col rinvigorire di immaginari dannosi, pare siano capaci di oscurare le comunicazioni di qualsiasi altra azienda. Dopo la donna di proprietà maschia di Breil, ci mancava giusto la donna che si rende sessualmente disponibile tanta è la gioia per il ricevimento di un gioiello. Ai miei occhi non c’è nulla di salvabile in questo spot Morellato, che trasuda stereotipi in ogni sua parte. Se volete dire la vostra all’azienda, trovate i link utili qui in basso.
Alla prossima e, mi raccomando, occhio agli spot!
SEGNALAZIONE E COMMENTO
- CONTATTI: potete inviare messaggi a Morellato compilando questo modulo.
- FACEBOOK: potete aggiungere commenti e reazioni al video dello spot, e potete inviare messaggi alla pagina del marchio.
- YOUTUBE: potete commentare il video dello spot nel canale Morellato, nonché cliccare su Non mi Piace.
- INSTAGRAM: potete inviare messaggi alla pagina ufficiale di Morellato.
- IAP: potete segnalare lo spot compilando il modulo presente in questa pagina.
- Per discussione e invito al commento, potete fare affidamento sul gruppo Facebook La Pubblicità Sessista Offende Tutti.