Panna Chef, il Tuo Aiuto Stereotipato in Cucina

C’è molto dolore, nel mio cuore, mentre mi accingo ad avviare la scrittura di quest’articolo. Sì, perché ho sempre piacevolmente utilizzato i prodotti del marchio dello spot1 che sto per condividere con voi. Ma è un dolore che si mette volentieri da parte e, guardando al lato positivo (che raramente non c’è), ne approfitterò per sperimentare prodotti diversi – a tal proposito, gradirò profondamente consigli da parte di lettori e lettrici. Parmalat, non ti perdonerò mai per avermi così caldamente invitata a fare a meno della mia compagna Panna Chef2. 😢
Vediamo la pubblicità, va’!

Con fare autoritario, professionale e convincente, un gruppo composto da sei chef approccia il soggetto al centro dello spot, proponendo di condividere idee per il pranzo. La protagonista, però, rifiuta l’invito facendo notare di avere già tutta l’ispirazione che le serve, incarnata in una confezione di Panna Chef. La narratrice, poi, ci spiega quanto il prodotto pubblicizzato sia utile nell’infondere un tocco creativo alla propria cucina, mentre osserviamo la preparazione di fettuccine con verdure julienne e Panna Chef, che riceveranno i complimenti dell’uomo di casa, per l’orgoglio della protagonista. Ma che delizia di spot, nevvero? Parliamone.

Da dove cominciare? Direi dal principio, visto che la pubblicità è così cortese da introdurci immediatamente a contenuti discutibili. Il gruppetto di persone ansiose di proporre le proprie idee culinarie alla protagonista è interamente composto da chef di sesso maschile. Sono ben sei chef, eh. Ciononostante, neppure una donna. Qualcuna e qualcuno di voi ne sarà ben al corrente, ma esiste ancora, diffusamente, la concezione che vuole la cucina di professione (quella dei grandi chef, insomma) come appannaggio maschile, mentre quella casalinga come appannaggio femminile – eheh, che comodità questo conformismo ai ruoli stereotipati.

Idea che, peraltro, chiarisce con ogni evidenza che le ragioni per cui si è insistito – e, in alcuni casi, si insiste ancora – con il relegare la donna in cucina non siano da ricercarsi in una fantomatica maggiore disposizione naturale alle attività legate a tale luogo e che il fenomeno non sia altro che uno dei più puri frutti della cultura patriarcale. Insomma, parliamo di un’attività che non ha a che fare con la casa ed è professionale? Allora si può considerare da uomo e l’uomo può svolgerla senza sentirsi svirilizzatoVogliamo anche aggiungere che, nello spot, gli chef si rivolgono alla protagonista con aria supponente e quasi paternalistica? Beh, l’ho già fatto in ogni caso.

Panna Chef

Ma pussate via, chef, chi ha bisogno di voi e dei vostri consigli? Qui siamo a casa. A voi spetta dominare al di fuori di queste quattro mura. Al loro interno, a regnare è la mitica donna-madre-moglie. Proprio quella, la stessa presente in decine e decine di altri spot uguali identici a questo. Guardate con quale soddisfazione la protagonista dello spot annuncia di avere già tutta l’ispirazione di cui ha bisogno. Quant’è orgogliosa di sapere di essere la padrona della sua cucina, anche grazie all’aiuto prezioso di Panna Chef.

La ciliegina sulla torta, a seguito della narrazione – anche questa femminile, a rinforzare il fatto che la pubblicità sia esplicitamente rivolta alle donne e, più nello specifico, alla categoria [casalinghe], è costituita dal duro colpo stereotipato e maschilista del sopraggiungere dell’agognata (che si comunica da percepire come tale) approvazione del proprio uomo. Insomma, donne! Che aspettate ad acquistare Panna Chef? Vi aiuterà a preparare piatti creativi e gustosi, e farà felice il vostro compagno/vostro marito. Cosa potreste desiderare di più, in quanto casalinghe, mogli (madri, perché spuntano anche dei pargoli, alla fine) e…insomma, donne?

Panna Chef

Ma volete scoprirla una cosa divertente (quantomeno se vista da una certa prospettiva, perché a livello letterale è tutt’altro che tale), amici e amiche? Lasciate che vi mostri le pubblicità di Panna Chef per il 2015 e il 2016 – non so se ce ne sono altre e non lo escludo, ma mi son fatta bastare queste, sapete com’è…

Familiare, eh? La scena iniziale è proprio identica. Cambia solo la protagonista e la sua famiglia. ovviamente non mancano la soddisfazione e l’orgoglio innaturali e l’approvazione dell’uomo di casa. Ancora?

Uguale allo spot precedente, fatto salvo per il cambiamento della ricetta e, di conseguenza, della scena finale. Il risultato, ovviamente, non si modifica di una virgola. E sì, niente paura, anche qui abbiamo l’uomo che ci mostra la sua gioia per i conseguimenti culinari della moglie.

Ricapitoliamo un po’.

Presenza maschile passiva tra le mura domestiche.
Presenza femminile (connotata come casalinga, moglie e madre, la sacra trinità) che si dedica – da sola – con entusiasmo, soddisfazione e orgoglio forzatissimi alle faccende domestiche.
☑ Comunicazione della valutazione dell’agire femminile sulla base dell’approvazione maschile.
☑ Bonus del rinforzo dello stereotipo di distinzione dell’attività culinaria tra maschile (professionale) e femminile (domestica)3.

Insomma, Parmalat. Tutto questo vantare la creatività che ispira la tua Panna Chef, e poi scegli di presentare il prodotto con questa vergognosa, che rasenta il ridicolo, mancanza di…creatività? Oltre al piano tecnico, che risulta incommentabile con il taglio e cuci delle scene (lo stesso destino è toccato alla Besciamella. Lo spot è identico, cambia solo la ricetta proposta) e il format che si ripete da anni, senza variazioni, gli stereotipi promulgati dalla pubblicità rinforzano convinzioni che andrebbero superate quanto prima e che, invece, grazie a video come questi, costantemente in onda, permangono, rinforzandosi nelle menti di fin troppe persone.

Bocciatura pienissima. Ci tengo, inoltre, a dire che non scherzavo, a inizio articolo, riguardo alla ricerca di alternative, quindi rinnovo l’invito di lettori e lettrici a consigliarmi qualche tipologia di panna che non sia la Chef! Ci conto! Ora vi lascio con i link per commentare, qualora ne abbiate voglia.


SEGNALAZIONE E COMMENTO

L’espressione dell’opinione relativa agli spot – spesso più della segnalazione degli stessi – può essere cruciale e determinante nello stimolare i marchi a muoversi verso una direzione pubblicitaria diversa, più progressista e socialmente responsabile. Poiché l’unione fa la forza, come diversi casi hanno in passato dimostrato, invito tutti a prendersi il tempo per lasciare commenti sulle pagine ufficiali e/o inviare email ai marchi interessati. A seguire, i dati per lo spot menzionato nell’articolo:

  • CONTATTI: si possono inviare messaggi a Parmalat compilando il modulo in questa pagina (basta cliccare su Altre Richieste).
  • FACEBOOK: si possono inviare messaggi alla pagina Chef.
  • YOUTUBE: si possono lasciare commenti sotto al video dello spot nel canale Parmalat, nonché cliccare su Non mi Piace.
  • IAP: si può segnalare lo spot compilando il modulo presente in questa pagina.
  • Per discussione e invito al commento, si può fare affidamento sul gruppo Facebook La Pubblicità Sessista Offende Tutti

1 Ho scoperto che lo spot va in onda già da quasi un anno. Non so se l’ho già menzionato in altri articoli, ma colgo l’occasione per comunicare (o ribadire) che è solo da quest’estate che ho iniziato a dedicare la mia attenzione al mondo degli spot. Per tale ragione, ho visto per la prima volta quello in esame solo in questi giorni.

2 Dai tempi della stesura di questo articolo ne è passata di pann–acqua sotto i ponti, e la sottoscritta è ora vegana. Dopo aver provato diverse panne vegetali, mi sono fermata ad Halta! Se avete consigli, sono comunque benvenutissimi.

3 Penso che, negli ultimi anni, sia stato possibile muovere qualche passetto in avanti nei termini di queste convinzioni grazie all’elevato numero di programmi di cucina in onda (alcuni dei quali seguiti con piacere anche dalla sottoscritta). Tuttavia, si tratta di idee che permangono ancora forti e che, in parte, ironicamente, sono anche rinforzate dal fatto che a presiedere quasi tutti questi programmi siano chef – singoli, in coppia o in gruppo – di sesso maschile.

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