Pensato da Humana, per Amor degli Stereotipi

Oggi torna a trovarci, dopo diversi mesi, il tema dei prodotti per la prima infanzia. Come ho potuto trascurarlo così, nonostante sia stato uno dei primi trattati sul blog? Intanto vediamo di rifarci, con l’aiuto di Humana, il cui spot mi è stato segnalato da Blueberry (grazie, grazie, baci e abbracci – da accettare solo previo consenso! 😁). Vediamo insieme il video.

Mentre osserviamo una confezione del prodotto venir scossa e rigirata, il narratore ce la descrive come così sicura e resistente da essere a prova di guai. Spuntano poi un/una infante e una donna adulta che maneggiano l’innovativa confezione e lo spot termina con il narratore che ci spiega chi ha ideato la confezione, e per chi l’ha fatto. Parliamone.


Oh, santa protettrice della mai avvenuta liberazione delle donne, aiutaci tu.
Con i suoi soli 11 secondi di durata, questo spot riesce a comunicare tutto il valore retrogrado della comunicazione del brand quasi con prepotenza. Ma proseguiamo per gradi, ‘ché ci piacciono i gradi (sì? Boh…).

Di cosa parliamo? Parliamo di latte in polvere per lattanti (dal 6° al 12° mese per la versione 2, e da 1 a 3 anni per la versione 3), a cui si suggerirebbe di ricorrere quando il latte materno non è disponibile o non è sufficiente. Bene.
Chi ha la possibilità di usare il prodotto pubblicizzato? Qualsiasi persona adulta dotata di arti.
Chi dovrebbe interessare l’utilizzo del prodotto pubblicizzato? Madri e padri – e, eventualmente, altri familiari o persone a cui è affidata la cura di lattanti.

Humana
Ma fatemi capì. Ce lo stanno dicendo la piantina e la tenda che la confezione è pensata dalle mamme per le mamme? E soprattutto…perché pediatra con la P maiuscola!? Non ci dormirò stanotte.

Sebbene non esistano ragioni valide per cui metà della popolazione mondiale sia da considerarsi impossibilitata ad usare la geniale, innovativa, fantasmagorica, supercalifragilistichespiralidosica confezione Humana, l’azienda ha deciso di rendere estremamente chiaro il suo rivolgersi esclusivamente alle madri.
Il ruolo dei signori XY inizia e si esaurisce al piantar del semino. Fatto quello, come per magia, tutte le responsabilità relative all’accudimento dell’infante si sollevano in aria per poi cadere in picchiata sulle spalle di Nostra Signora La Mamma che, ovviamente, in seguito a gestazione e parto, non vede l’ora di dover affrontare altre fatiche esclusivamente sue (stavolta però non per natura, ma per cultura). Questo è quel che si direbbe osservando la situazione pubblicitaria italiana, e l’efficace contributo che offre nel rinforzare una mentalità alla…retroguardia.

E così l’ideazione della confezione è comunicata come opera, invece che di persone professioniste in ricerca e design, di madri (ma che per caso vi ricorda Pampers con le mamme ricercatrici? Perché a me sì), giacché il compito lo svolgono loro in quanto è sottinteso che spetti a loro (non certo perché possano svolgerlo solo loro e sia ideale che non lo svolga nessun’altra persona). E per quella stessa ragione, tale frutto dei loro seni, la confezione Humana, appunto, è inoltre ideata PER le madri. Per le madri. Per loro e basta. Per nessun altro. Pussate via, voialtri (e voialtre pure, se non siete ancora madri – che aspettate? Figliate!). Guai che qualcun altro piazzi le sue luride manazze sulla petalosa confezione!!!

Humana
L’immagine che accoglie le visitatrici e i visitatori sul sito web. L’abbiamo capito, eh! Quanto vi deve piacé questo slogan…peraltro originalissimo (eh, Fruttolo? – poi vedremo).

Ma Humana ha fatto di più, lettrici e lettori. Sapete che ha fatto? E mo ve lo dico.
In quello che potrebbe persino sembrare un tentativo di “pezza” – che non fa che peggiorare la situazione inziale, come spesso fanno le pezze – l’azienda ha finito con il comunicare il doppio messaggio “nutrire lattanti è roba da donne/madri” e “gli uomini/i padri sono naturalmente incapaci di svolgere certe attività” grazie a una brillante pubblicità online. E qui, oltre al resto, consentitemi di farmi anche grasse risate pensando a chi si affretta a giustificare gli spot con stereotipi sui ruoli sessuali dicendo che son come sono perché costruiti specificamente per persone di una certa età e per casalinghe (facciamo finta che solo loro guardino TV, sebbene in Italia sia ancora la MAGGIOR parte delle persone a farlo). Ebbene, queste schifezze qui non vanno in onda in TV, ma girano su Instagram, che è uno dei social più “giovani” a livello di utenza. Ma guardatela con me, la splendida immagine:

Humana
“Oh, poffarbacco, m’è cascato il pacco!” Vi invito a cogliere il doppio significato col mito di perdita di mascolinità nell’avvicinarsi ad attività culturalmente associate al femminile. Non so se risulta visibile, ma la clip era a questo indirizzo (e pure quest’uomo qui ha la barba…, il non-mistero sullo standard di mascolinità italico comunicato dai media si infittisce).

“A prova di papà”.
Prima di commentare, voglio – anzi, devo – dirvi che la pubblicità postata in alto all’articolo è intitolata “a prova di guai”. Sì, avete capito bene. Il fattore “papà” equivale, per valore, al fattore “guai”. Della breve clip ho allegato l’importante momento in cui questa convinzione aziendale viene resa palese, con la confezione che casca a terra (ma niente, paura, ‘ché è innovativa e strepitosa e tante belle cose!!) – a contrasto con la mamma abilissima nel maneggiarla. Persino quegli esseri che per loro natura, porini porelli, sono del tutto incapaci di eseguire azioni semplicissime come quella mostrata nella pubblicità – però poi son super capaci in tutti gli ambiti lavorativi esistenti e pure quelli non ancora esistenti e che stanno inventando adesso con il loro masculo genio – riescono a utilizzare senza troppa fatica la straordinaria nuova confezione dei latti Humana! La confezione è creata sì dalle mamme, e sì per le mamme, però, insomma…è talmente facile da usare che, se proprio non si può evitare, persino quegli impediti dei padri possono usarla. Capito, donne? Nei momenti di disperazione, quando le circostanze della vita (“lavoro” non vale come opzione, eh) vi portano lontane dai vostri doveri biologici, potete stare mezze tranquille e affidare il vostro figliolo o la vostra figliola alle naturalmente goffe cure del vostro compagno. Non è meraviglioso?

Ma ora, a sorpresa, lasciate che spenda anche una parola carina per Humana, nella speranza che possa questo piccolo dettaglio positivo estendersi anche all’attualmente terribile comunicazione pubblicitaria. Ricordate quell’altra azienda produttrice di prodotti per piccini e piccine, la carissima Plasmon, che sul suo sito web presenta la vulvoluminescente area chiamata “Per le mamme”? Humana ha un’area chiamata “Consigli per Te”. Date le premesse pubblicitarie, temevo che una volta cliccato mi sarei trovata di fronte a un’area per le mamme, e invece…Consigli per Mamma e Papà. Benissimo. Sorpresa positiva. Ora, se solo volessero farci la cortesia di comunicare in modo così responsabile anche nelle pubblicità televisive e online, sarebbe perfetto.

Vi giuro che volevo finire su questa nota positiva. Ve lo giuro. Ma mi son ricordata della scritta “Piccoli Eroi” sulla confezione del Latte Humana 3. Lo so che abbiamo normalizzato l’idea che il maschile sia il tutto, che sia lo standard, che valga per chiunque e che integri un fantomatico (ma grammaticalmente inesistente) valore neutro, ma sta di fatto che “Piccoli Eroi” è un’espressione maschile che non include dentro sé le piccole eroine. Dettaglio insignificante? Potete crederlo, se vi va. Ma la lingua non è mai dettaglio insignificante. È creatrice di realtà molto più di quanto la realtà sia creatrice della lingua. Dunque non posso far finta che l’elemento sia inesistente. Poi non capisco perché inserire la scritta quando per i Latti 1 e 2 non ce n’è alcuna, e i bimbi e le bimbe non la leggeranno. A che pro inviare alle madri (sempre perché a loro parlano) il messaggio che il latte sia per Piccoli Eroi? Oh, Humana, Humana, condividi con noi la tua saggezza!

Humana
Voglio offrirvi il conforto di cui sicuramente necessitate, e informarvi che anche Humana 2, e non solo il 3, è pubblicizzato con l’immagine di una donna/mamma con infante.

Ero di nuovo lì che volevo chiudere, ma ecco che mi è venuta in mente un’altra cosa da scrivere. E meno male che è uno spot da 11 secondi. Che volevo dire? Ah. La narrazione, la narrazione! Nutrire e accudire lattanti non spetta agli uomini, e la capacità di eseguire i compiti legati a questi ambiti non pertiene al sesso maschile, per brand, ma come avrete notato anche per Humana il compito di esporre, spiegare e presentare prodotti che non interessa che usino e che sono pubblicizzati come esplicitamente non per loro, lo si affida agli uomini senza difficoltà o indugio. Al solito anche questo.

Ok. Ho finito davvero. In conclusione, ad oggi quest’azienda sta scegliendo di pubblicizzarsi in un modo che rinforza stereotipi sessisti, in particolar modo l’idea che le attività di allevamento siano prerogativa femminile e che gli uomini siano per propria natura manchevoli delle capacità per svolgerle (notissima giustificazione utilizzata per allontanarli da queste responsabilità convincendosi che sia giusto e inevitabile). Finché saranno in vita, la condizione femminile in società non avanzerà mai in modo sostanziale. Se volete incoraggiare Humana a cambiare rotta, vi invito a scrivere ai link che trovate in basso.

Alla prossima e, mi raccomando, occhio agli spot.


SEGNALAZIONE E COMMENTO

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