Donne ai Fornelli? Sempre una Buona Idea, con Polenta Valsugana

Appena è iniziato a scorrere sullo schermo, lo spot di cui sto per parlare mi ha immediatamente ricordato quello Star di cui ho parlato qualche tempo fa. Entrambi risalgono a circa un anno fa, sebbene io non ne abbia memoria1, e continuano, con perseveranza, nella messa in onda. Trovare similitudini, tra pubblicità così, è molto comune, perché si tratta di sostanze visive e comunicative con un grado di somiglianza impossibile da ignorare. I codici sono sempre gli stessi. Vediamo insieme lo spot della Polenta Valsugana, dunque, così che possiate anche voi riconoscere tutti gli elementi, ormai a noi cari, che identificano la classica pubblicità di alimenti ultra stereotipata.

Lo spot si apre con una donna intenta a preparare la sua Polenta Valsugana, quando fa un’entusiasta ingresso sua madre. La giovane spiega che utilizzeranno il prodotto per preparare molti piatti buoni e veloci e questa premessa colpisce così tanto la donna più grande da far sì che, non appena la si inviti a provare, non smetta più di preparare piatti su piatti, tutti rigorosamente a base di Polenta Valsugana. Nel frattempo, figlia, cognato e nipote degustano i piatti.


La pubblicità si colloca immediatamente, senza dare spazio a dubbi, sullo stesso piano della drammatica maggioranza delle altre dedicate a prodotti alimentari. Le persone interessate all’utilizzo del prodotto, nonché quelle attivamente coinvolte con l’utilizzo dello stesso, sono tutte, con esclusività, di sesso femminile. Come nello spot Star, inoltre, anche qui veniamo posti dinanzi a uno scambio confidenziale tra donne (anche in questo caso, tra l’altro, si tratta di familiari), relativo ovviamente al prodotto pubblicizzato, alla sua praticità e ai suoi eventuali benefici. E, ovviamente, si evidenzia la felicità e la soddisfazione del loro stare ai fornelli.

C’è un chiaro impegno rivolto a sottolineare l’entusiasmo produttivo della signora protagonista, con la famiglia della figlia che sembra non poterne quasi più. Persino la giovane donna, che inizialmente sembra divertita dalla madre, diventa insofferente – mentre il marito parrebbe tale da subito. In una scena lo vediamo prendere qualcosa dal frigo, in piena notte, passando oltre la protagonista che, imperterrita, prosegue nei suoi sforzi culinari.

Polenta Valsugana

Un articolo dedicato a questo spot, afferma quanto segue:
“Polenta Valsugana rinnova l’immagine tradizionale che l’ha resa un’icona nelle cucine italiane, proponendosi come la base ideale per una cucina varia e creativa.”
Ma dov’è che avrebbe rinnovato l’immagine? Risulta incredibilmente difficile pensare a uno spot più tradizionale di questo – per quanto siano in tanti a combattere per ottenere questo ambìto titolo.

L’idea di mostrare il vortice di creatività come così travolgente da non consentire di smettere di cucinare è, a mio avviso, carinissima! Il problema è che il tutto ruota solo e unicamente attorno a una figura femminile (la nonna, figura la cui immagine tradizionale è focalizzata esclusivamente sul cucinare e nutrire la famiglia…), su suggerimento di un’altra figura femminile.

Provate a immaginare quanto più simpatico (e originale) sarebbe stato lo spot se avesse mostrato ogni membro della famiglia in qualche modo alle prese con i variegati utilizzi di Polenta Valsugana! Una volta bimbo e nonna insieme, poi genitori e figlio, poi anche ognuno di loro (cognato/marito/padre incluso, ovviamente) singolarmente. Un coinvolgimento completo, spumeggiante e PER TUTTI.

Polenta Valsugana
Hmm, ma quanto ce piace cucinà, a noi donne!

Invece no, si è scelto di puntare sulla nonna, il cui incredibile interesse per la cucina a base di Polenta Valsugana (ancora, nato grazie alle parole della figlia) finisce persino con il portare una certa perplessità negli altri membri della famiglia, che mostrano stanchezza e, infine, quasi fastidio. Come di buona norma dettata dagli stereotipi di genere, chiaramente, padre e figlio si guardano bene dall’avvicinarsi ai fornelli, sia prima che dopo l’illuminazione creativa della protagonista dello spot.

Giammai mi permetterei di mettere in dubbio la validità e la qualità della Polenta Valsugana come prodotto (anche perché non l’ho mai provata e sicuramente non lo farò in seguito alla visione di questo spot). Tuttavia, questa presunta rinnovazione dell’immagine tradizionale la metto in dubbio eccome.

Ciononostante, resto qui in attesa, con la consueta speranza, di uno spot che mostri davvero qualcosa di innovativo e rappresenti un’immagine progressista e non stereotipata.

Polenta Valsugana
Questo fotogramma è rappresentativo dei miei sentimenti nei riguardi dello spot.

SEGNALAZIONE E COMMENTO

L’espressione dell’opinione relativa agli spot – spesso più della segnalazione degli stessi – può essere cruciale e determinante nello stimolare i marchi a muoversi verso una direzione pubblicitaria diversa, più progressista e socialmente responsabile. Poiché l’unione fa la forza, come diversi casi hanno in passato dimostrato, invito tutti a prendersi il tempo per lasciare commenti sulle pagine ufficiali e/o inviare email ai marchi interessati. A seguire, i dati per lo spot menzionato nell’articolo:

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1 Dovete sapere che, invero, la sottoscritta guarda pochissima televisione (quasi unicamente in concomitanza con i pasti). Mentre nella gran parte della mia vita mi sono limitata a cambiare canale per evitare di sottopormi alla trafila di spot di ogni tipo – che in ogni caso non mi è sempre riuscito di vedere con lo stesso sguardo critico attuale, per ovvie ragioni – più di recente ho scelto, al contrario, di porre la mia attenzione proprio su questo particolare aspetto della televisione.

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