Pubblicità che Contrastano le Narrative Stereotipate

Ne è passato di tempo dall’ultimo articolo dedicato alle promozioni, eh?
Gli spot meritevoli di bocciatura sono talmente tanti, e in continuo aumento, che già star dietro solo a quelli è una bella impresa. Ciononostante, poiché desidero fortemente esprimere apprezzamento per le aziende che si distinguono, ho scelto di dedicare il post di oggi a quattro pubblicità recenti che ritengo meritevoli di promozione. Mi auguro di poter raccogliere presto materiale a sufficienza per trasformare l’articolo in una serie. Ma bando alle ciance e iniziamo subito la visione.

Desidero aprire la presentazione con questa meraviglia targata Sorgenia, azienda cui ho dedicato un articolo mesi fa e che continua a proseguire lungo un percorso comunicativo davvero splendido. Guardate un po’.

Ritroviamo l’eccezionale Bebe Vio, testimonial perfetta per comunicare il messaggio di energia, determinazione e cambiamento di Sorgenia. L’intera narrazione dello spot andrebbe presa in esempio dalla quasi totalità delle aziende, che continua a dimostrarsi ancorata a quel tempo che Sorgenia ha già brillantemente e saggiamente riconosciuto come passato e superato. Piacevoli momenti di quotidianità con protagonisti soggetti che trasudano realtà, donne al volante, in viaggio e chirurghe, bambini di sesso1 ed etnia diversi che giocano felici insieme, una coppia di donne, un uomo a suo agio e sereno in casa che nutre uno dei suoi bambini. Tutte immagini – compresa quella portata in campo da Bebe, perché non dobbiamo dimenticare che anche la rappresentazione della disabilità in qualsiasi forma è pressoché inesistente – verso cui l’ambiente pubblicitario italiano mostra ancora enorme resistenza. Abbiamo profondo bisogno di diversità e varietà sui nostri schermi. Per questo provo forte e sincera gratitudine nei confronti di Sorgenia (e di ogni individuo che abbia collaborato o partecipato alla realizzazione dello spot) per queste sue scelte pubblicitarie così sane, positive e progressiste. Grazie!

Sorgenia

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Proseguiamo con un passetto avanti, un segnale positivo, da parte di un’azienda precedentemente bocciata.
Ricordate l’articolo sui recenti spot Mulino Bianco? Ebbene, sembra che la narrativa proposta dal marchio abbia iniziato a prendere una piega diversa, scevra di interazioni e sottotoni interpretabili come sessisti e stereotipati. Guardiamo un po’ l’ultima pubblicità rilasciata, attualmente in onda (per correttezza ricordo che lo sono ancora anche gli spot bocciati).

Dall’inizio alla fine dello spot è possibile respirare e quasi toccare con mano complicità e sana collaborazione tra Emma e Giovanni. In qualità di erede del mulino, Emma resta il fulcro creativo di preparazione e creazione, ma Giovanni si connota comunque come sostegno positivo e attivo, passando da essere importante presenza di supporto nella degustazione dello yogurt e nella preparazione dell’impasto, ad essere aiuto operativo nel tirar fuori i nuovi plumcake dal forno. Anche le parole (“lo yogurt che cerchiamo”, “come lo facciamo noi”) evidenziano i fattori di complicità e collaborazione. Lo spunto buffo/comico inserito (lo yogurt è talmente buono che il povero Giovanni non riesce ad assaggiarlo perché Emma non riesce a fermarsi) non è associabile a stereotipi di genere, ma è circostanziale e legato alla dinamica unica della coppia. Insomma, niente più Emma che sfacchina mentre Giovanni i prende i meriti, né Emma che prepara e serve mentre Giovanni fa i propri comodi. In aggiunta, bello anche vedere altre due (Emma stessa già lo è) professioniste all’opera. Non posso che essere felice e sperare che l’azienda scelga di proseguire su questa strada!

Mulino Bianco

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Andiamo avanti con la prossima pubblicità. Ricordo ancora perfettamente il sorriso che mi ha strappato questa qui quando l‘ho vista la prima volta. Guardatelo anche voi.

Alla luce della sostanziale (quasi completa, altroché) assenza di pubblicità che mostrino persone di sesso maschile a proprio agio in un ambiente domestico, che non presentino una figura femminile come elemento imprescindibile (al contrario di quella maschile, che è invece quasi sempre assente e quando non lo è, non è attiva) e che facciano vedere un uomo alle dolci e affettuose prese con i propri figli e con la preparazione di alimenti, questo spot Bonduelle – assieme agli altri della stessa serie (uno e due) – è proprio un piacevole toccasana. Non è il sesso a rendere genitori capaci, attenti e vicini ai propri bambini. Certo, il ritratto proposto sarebbe stato più apprezzabile se il disegno sul frigo non specificasse l’assenza di una compagna2, ma preferisco celebrare la parte positiva per l’importanza che ritengo abbia. C’è un bisogno immenso di rendere gli immaginari proposti dagli spot più diversificati, moderni e rispettosi della varietà delle esperienze umane e degli spettatori. Bonduelle ha scelto di farlo e io ringrazio di cuore, sperando che si mantenga sullo stesso splendido livello anche in futuro, magari proponendo anche uomini con compagna impegnati tra le mura domestica.

Bonduelle

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Concludiamo con un altro spot meraviglioso, la cui narrativa è completamente basata su un concetto fortemente ostacolato nella nostra cultura e alla cui manifestazione siamo troppo raramente messi in condizione di assistere. Guardiamo insieme.

Sebbene la normalizzazione dell’immaginario di supporto, complicità e solidarietà tra donne gioverebbe a tutti, attualmente continua a esserne promosso l’esatto contrario, radicalmente interiorizzato da molti e molte. Ecco perché è importantissimo vedere donne e ragazze che si supportano, si aiutano, si sostengono e si amano. Amiche, sconosciute, fidanzate o mogli, colleghe, compagne sportive; non c’è limite agli ambiti che possono accogliere l’ampiezza della positività che può intercorrere nei rapporti tra donne. Uno splendido messaggio che sono convinta vada assolutamente incoraggiato, sin dalla tenera età, sostituendosi alle narrative che nutrono ostilità e competizione innecessarie. Come se non bastasse, lo spot è arricchito dal bellissimo elemento della diversità – grande assente nella TV italiana. Trovo altresì in generale molto, molto apprezzabile la scelta di pubblicizzare un prodotto per donne (intimo) per mezzo di una comunicazione che rappresenta figure femminili immerse in situazioni quotidiane in modo realistico e positivo.

Triumph

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Mi auguro che le pubblicità presentate nell’articolo siano riuscite a strapparvi un sorriso, a farvi percepire speranza e ottimismo, e a farvi apprezzare l’importanza di ogni piccola onda nell’attuale piattezza del mare pubblicitario italiano. Mi auguro anche che vogliate prendervi due minuti per complimentarvi con le aziende realizzatrici degli spot, che sono certa apprezzeranno il riconoscimento dell’impegno profuso.

Per il momento è tutto per quanto riguarda le promozioni.
Alla prossima e, mi raccomando, occhi agli spot.


1 Potrebbe, invero, trattarsi di due bambini, due bambine o di un bimbo e una bimba ma in senso contrario al pregiudizio legato alle categorizzazioni di genere inculcate (rappresentate da elementi quali capigliature, abiti, giochi, etc.). Poiché non siamo ancora arrivati a concedere né a grandi né a piccini piena libertà nella propria espressione individuale, però, è lecito supporre che si tratti di un bimbo caucasico e di una bimba nera.

2 I pregiudizi culturalmente indotti fanno sì che, in caso di presenza di donna e assenza di uomo, ci si senta a dar per scontato che lui sia fuori per lavoro. Quando l’assenza è della donna, il pregiudizio di deriva patriarcale tende a richiamare il pensiero che lui sia solo o vedovo. Il disegno sul frigo, che mostra la bambina con il padre, toglie il dubbio a chiunque potesse averlo e distrugge le speranze di chi immaginava una compagna fuori a lavoro, portando con sé il potenziale di dar vita, nella mente di alcuni, al pensiero che lui si occupi del cibo e della figlia solo in quanto privo di compagna. Se il contesto pubblicitario fosse ricco di rappresentazioni più variegate in questo senso (e dunque non fosse più unico che raro vedere uomini tra le mura domestiche), avrebbe solo del positivo avere uno spot rappresentante un fantastico padre single.

 

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