Star in Famiglia…da Brave Casalinghe

Come dite? Volete scoprire un altro spot che aiuta a rinforzare gli stereotipi di genere che legano la figura femminile a interessi e attività connessi con il reame domestico? Niente panico. Tranquilli e tranquille. Non me lo faccio chiedere due volte. Guardiamo insieme la nuova pubblicità che Star ha scelto di dedicare al suo famosissimo e utilizzatissimo brodo!

Due sorelle. Una delle due esprime la sua perplessità nel constatare che la sorella intende utilizzare – orrore!! – del brodo già pronto. Ma basta un assaggio del Brodo Star per far cambiare idea alla donna e poi si passa alla Soncin del Controllo Qualità, che con voce squillante ci spiega la genuinità della preparazione del prodotto. La pubblicità si conclude con le due sorelle che gustano tortellini in brodo (Star) con i propri pargoletti – o pargoletti di una delle due. Non è specificato – e il motto “Star in famiglia“.
Okay, parliamone.

Il primo punto di ovvia considerazione è la presenza esclusiva di figure di sesso femminile alle prese in modo attivo con l’ambito domestico della cucina. Lo spot ci tiene, inoltre, a connotare le due come essere solite cucinare e ce lo fa notare con l’esternazione di una delle sorelle, che sottolinea il suo pensiero relativo ai brodi già pronti, inferiori a quelli fatti in casa – si farebbe dedurre, dunque, il fatto che lei e la sorella (o una delle due) siano abituate a farlo in casa – o forse ancora ricordano quello della madre.

Poi abbiamo la classica frase utilizzata per convincere anche i più scettici – che dovrebbero sentirsi già maggiormente disposti grazie alla rappresentazione di scetticismo offerta da una delle due – circa la qualità di un prodotto già pronto: lo facciamo come lo faresti tu (il tu è, come sempre da intendersi come il target identificato come di riferimento: la casalinga). D’altro canto, il prodotto si chiama “Il Mio Brodo Star”.

La scenetta finale, accompagnata dalla frase “Star in Famiglia” ci mostra le due protagoniste, sorelle, e due bambini (figli di una, figli dell’altra, uno di uno, l’altro dell’altra…non si sa e non importa). Le figure maschili – e non necessariamente solo mariti, ma anche, chessò, un fratello! – sono completamente assenti da questo quadro familiare. Non sono coinvolte nella preparazione del pasto, nella discussione della qualità del prodotto, nella condivisione del momento di consumazione del pasto. Inesistenti, completamente invisibili nel reame domestico.

Perché mentre alle donne spetta il mondo tra le mura di casa, all’uomo spetta il mondo di fuori, quello senza confini e ricco di possibilità. Si è fatto tanto per far abituare le donne a questa condizione per secoli e, sebbene la realtà fuori dallo schermo sia in lento ma costante mutamento, le pubblicità continuano a tentare di inculcare questo immaginario, imperterrite, con forza e costanza.

Star in Famiglia

Notare che Star ha, con questo spot, anche perso l’occasione per fare una scelta particolarmente progressista, che avrebbe in qualche modo giustificato l’assenza di figura maschile. Mi riferisco alla possibilità di rendere il quadro presentato quello di un nucleo familiare vero e proprio, caratterizzando le due non come sorelle, ma come compagne. Peraltro sarebbe bastato non aggiungere quel forzatissimo “sorellina” (esiste davvero qualcuno che si rivolge alla propria sorella chiamandola “sorellina”? Non che sia da escludere fermamente, ma insomma…) nella prima frase per lasciare aperta la porta.
Ma non sia mai! Immaginate che shock!! Siamo in Italia. E, se l’inserimento di padri e personaggi maschili in spot legati a prodotti alimentari, per la pulizia o per la cura del corpo è una rarità, scelte pubblicitarie che sfidano i canoni eteronormativi sono praticamente inesistenti, quindi si tratta ancora di un pensiero meramente utopistico.

È ora di dire baStar! (terribile, ma concedetemela).
Gli uomini vanno inclusi come agenti attivi e partecipi nelle attività di preparazione degli alimenti, ambito che, quotidianamente, coinvolge e interessa persone di ogni sesso ed età. La donna non è più adatta, non è più disposta, non è più interessata, in quanto donna, alla qualità del brodo Star, di quanto possa esserlo l’uomo.

Viviamo in un paese in cui, sebbene il numero di casalinghe a tempo pieno vada costantemente diminuendo e ci siano sempre più uomini attivi tra le mura domestiche, una percentuale incredibile di persone è convinta che le faccende domestiche e la cura dei bambini SPETTINO alla donna. Di questo, nonché del fatto che sia le donne che si dedicano poco alla casa che gli uomini che lo fanno molto sono soggetti a una vergognosa e ingiusta stigmatizzazione, dobbiamo ringraziare (ironia, ironia) l’immaginario intriso di stereotipi di genere tradizionali che spot come questo continuano a propinare ogni giorno a spettatori, spesso passivi, di ogni tipo.

Quindi…Grazie di niente, Star.
Come per tutti i marchi, però, covo sempre la speranza di poter assistere a miglioramenti per quanto riguarda le scelte di rappresentazione, dunque non posso che augurarmi assenza dei soliti, solitissimi stereotipi di genere negli spot futuri. Staremo a vedere!
Occhio, gente, occhio!

ps: A Silvia Soncin del Controllo Qualità, però, si vuole bene!


SEGNALAZIONE E COMMENTO

L’espressione dell’opinione relativa agli spot – spesso più della segnalazione degli stessi – può essere cruciale e determinante nello stimolare i marchi a muoversi verso una direzione pubblicitaria diversa, più progressista e socialmente responsabile. Poiché l’unione fa la forza, come diversi casi hanno in passato dimostrato, invito tutti a prendersi il tempo per lasciare commenti sulle pagine ufficiali e/o inviare email ai marchi interessati. A seguire, i dati per lo spot menzionato nell’articolo:

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