Galatine – Dolci Come Baci (ma solo di Mamma)

È arrivata l’ora della merenda! Forza, porgete la guancia che vi do un bacino!
Se Kinder pensava di avere il monopolio del mondo degli snack dolci si sbagliava di grosso. A dar del filo da torcere all’azienda per cui nutro inesistente amore arrivano le Galatine. Guardiamo lo spot!

Un bimbo1 esce di casa, sotto lo sguardo amorevole di una donna adulta, mangia una Galatina-bacio e incontra un altro piccolo che si pappa una delle due restanti. Ecco un’altra donna adulta che ha dato due Galatine-baci a un altro bambino. Poi bimbi e bimbe con guance e fronti coperte da Galatine-baci salutano con enfasi quattro donne adulte che ricambiano da fuori.
Poi ancora…un’altra donna adulta accarezza il capo di un altro bambino e un’ulteriore donna adulta bacia una bimba e le dà un Galatina-bacio. D’altronde la narratrice ce lo dice – mentre una bimba ci fa gli occhi dolci, coperta di Galatine – che le Gallatine son buone come baci. Parliamone.


È ufficiale, compagne.
Non pensavo che sarebbe giunto questo momento ma dobbiamo affrontare la realtà dei fatti.
Le Galatine hanno sterminato gli uomini. Proprio così. Non esistono più. Nada. Nisba. Qualunque cosa fossero per voi – amici, amanti, fidanzati, mariti, colleghi, padri, fratelli, sottoposti nell’azienda che dirigete, attenti casalinghi, bei lavanderini che lavan fazzoletti, (okay, ci sto prendendo troppo la mano) – scordateveli. Mai più esseri XY-cromosomati. Mai più persone con barba che non siano care sorelle con disfunzioni ovariche (un affettuoso abbraccio a tutte!). Addio, uomini. Tra bassi, bassi, bassi, altri bassi, contorno di bassi e qualche sparuto rilievo collinare, quest’avventura insieme è giunta al termine.
Dinanzi a noi donne si apre ora un nuovo mon—

Galatine Sperlari
“Ma ciao, fiore di primavera, cuore mio, vita mia, luce dei miei occhi! Sono io, la tua mamma. Unica persona che ha le capacità fisiche, biologiche, mentali, spirituali, intellettuali per prendersi cura di te!”

Come dite? Gli uomini non sono spariti ma sono solo a lavoro?
E perché nessuna delle donne è a lavoro?
Tutte, ed esclusivamente loro, in ferie per le magiche occasioni?
Per mero caso tutte, ed esclusivamente loro, libere nel momento di accompagnare la partenza di pargoletti e pargolette, guardarli andare a fare il bagno, far loro compagnia in salotto?
Ahhhhhh! Non lavorano ma si occupano di casa e bambini perché quello è il loro ruolo in quanto femmine della specie! Ecco. Ora è tutto chiaro. Finalmente possiamo tirare un sospiro di sollievo adesso che è stato ristabilito l’ordine definito decenni fa, mai significativamente destabilizzato, e anzi costantemente rinforzato da mezzi influenti! Hurrà! Rendiamo grazie alle Galatine che con il loro spot ci hanno ricordato la sacralità della divisione culturale dei ruoli tra uomo e donna!

Galatine Sperlari
“Siaaaamo, doooooneeee, casa, bimbi e creme anti-age!🎵”

Avete presente la sensazione che si associa all’espressione che menziona braccia che cadono?
Ecco. Quando ho visto per la prima volta questo spot, dopo essermi – da brava che cerca di non partire troppo prevenuta nonostante tutto – limitata a sollevare un sopracciglio alla vista della prima mamma, ho sentito le braccia cadere con un’intensità che andava incrementando al palesarsi di ogni nuova donna. Ho sperato fino alla fine che sarebbe spuntato un uomo, anche uno di numero. Delusione massima.

Le avete contate? Sono 7. Sono sette! SETTE!
Galatine (Sperlari) ha deciso – perché questa è una decisione, non certo una casualità (ma lo sapete voi, come lo sa anche Sperlari) – di far interpretare il ruolo di figure genitoriali di cura, di esseri adulti che si occupano del benessere dei propri figli e delle proprie figlie, a una folta pluralità di persone esclusivamente di sesso femminile.
Anzi. Sapete cosa? Ho detto una sciocchezza. Sono otto, non sette. Cosa credete che sia la bambina che stringe la bambola coperta di Galatine-Baci, se non un riflesso dell’immaginario della mamma accudente, tema narrativo centrale e unico dello spot? D’altronde è bene che impari da subito il ruolo che la società si aspetterà che ricopra (e che lo faccia volentieri, o almeno fingendo di farlo volentieri) in futuro.

Galatine Sperlari
“Visto che bella la casa? Non è confortevole, sicura e per niente opprimente?
Non vogliamo andare a fare il bagnetto come l’altro bimbo. No, no, no. Poi ci facciamo male. Ci bagnamo. Ci sporchiamo. Buh, acqua cattiva! Restiamo a casina casuccia, okay? Per sempre. Bacini baciotti Sperlarotti.”

Osservando lo spot Galatine, non potrebbe essere più forte e chiaro il messaggio per cui lo svolgimento di questi compiti è da considerare appannaggio delle donne; delle madri. Mi torna in mente lo spot Pampers con le mamme-ricercatrici (ancora in onda, che credevate?).
È alle madri, alle donne, che tocca stare a casa. È alle madri, alle donne, che tocca donare affetto a bambini e bambine. È alle madri, alle donne, che tocca accudire ed educare bambini e bambine. Dei padri, degli uomini, non c’è neppure l’ombra lontana. Siamo invitate e invitati a dare per scontato che abbiano altro da fare; quell’altro che rientra in quanto comunicato come da uomo: lavorare (in modo retribuito, si intende. Il lavoro domestico non retribuito possono tenerselo stretto le donne).

Galatine Sperlari
“Ciao, non vedo l’ora di diventare anche io una donna – casa, bimbi e creme anti-age.
H! Scordatevelo. Sarò un’astronauta. Sooono doooonna! Stelle, galassie, lune e più!”

Ma sapete anche perché mi provoca così fastidio questa pubblicità?
Perché, non so voi, il concetto alla base non lo trovo affatto male. Mi pare anzi piuttosto carino lo spunto di associare le Galatine a gesti d’affetto. Se a questo uniamo il fatto che evitare di creare questo video-propaganda alla divisione patriarcale dei ruoli (che potrebbe essere un ottimo sponsor per il congresso delle famiglie di Verona), che suggerisce chiaramente a chi dovrebbe toccar cosa, sarebbe stata un’assoluta passeggiata, il fastidio non fa che aumentare. Cosa costava inserire tre padri tra le sette figure adulte inserite, e magari lasciare che a coccolare la bambola fosse un bambino? Possibile che l’idea sia stata scartata o addirittura non considerata (grave in entrambi i casi)? Tre padri sarebbero stati perfetti. Tre su sette; appena meno della metà. Anche soltanto due, persino uno solo, sarebbero bastati per evitare di condurre all’effetto generale della pubblicità attuale, che lascia trapelare un messaggio antistorico e da superare con urgenza.

Se avete voglia di dire la vostra all’azienda, cliccate sui link qui in fondo.
Alla prossima e, mi raccomando, occhio agli spot!


SEGNALAZIONE E COMMENTO


1 Nell’esprimermi devo necessariamente far riferimento al modo in cui sono intenzionalmente codificati per mezzo di abbigliamento e capigliatura (elementi solo culturalmente legati al sesso). Per il resto il sesso non è distinguibile, ragionevolmente e per forza di cose a quelle età, tramite quanto è possibile osservare nella pubblicità.

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