Ehi, Supradyn, a Quando uno Scudo per gli Stereotipi?

Sì, lo so che vi mancava già la dose settimanale di stereotipi di genere nelle pubblicità. Dopotutto è così difficile trovarne. Non è che basti accendere la TV su un qualsiasi canale a quasi qualsiasi ora – previo essere talmente fortunati da beccare la fascia degli spot. Oggi facciamo due chiacchiere su Supradyn. Cominciamo con l’osservazione dello spot.

Premetto che si tratta della versione ridotta (quella integrale la trovate qui). Ho scelto questa perché è l’unica che mi sia capitato di vedere in onda e perché contenutisticamente, nei termini che ci interessano, non cambia nulla rispetto all’integrale.
La clip si apre mostrandoci una donna (che siamo già prontamente portati a leggere come madre e moglie), luminosa e sorridente, che porta latte e…caramelle Supradyn al suo piccolo, intento a leggere. Entrambi sono felici e soddisfatti e lo spot si chiude così, in modo molto semplice e diretto.

Ancora una volta, l’ennesima, ci troviamo dinanzi a una pubblicità che sceglie di rappresentare la figura femminile come individuo a cui spetta, in modo esclusivo, prendersi cura – oltre che delle faccende domestiche, come ci mostrano altre decine di spot – dei bambini. Ancora una volta, l’ennesima, ci troviamo dinanzi a una pubblicità che taglia fuori anche l’ipotetica ombra del maschile dall’ambiente domestico e dal rapporto con i bambini.

Il sempre consueto mostrare la donna in questione come felice nell’esercitare il suo ruolo idealizzato e stereotipato di madre/moglie regina tra le mura di casa (e mi raccomando, solo tra quelle, che vivere al di fuori spetta agli uomini) è un ulteriore fattore che agisce da attributore di vigore aggiuntivo alle già radicate convenzioni.

Checché la nostra mente razionalizzante provi diversamente a interpretare, le decisioni di rappresentazione visiva, con la madre che porta latte e Supradyn a letto al suo pargoletto, fanno sì che la voce narrante, nel descrivere Supradyn Difese junior come “lo scudo per il TUO bambino” non si stia riferendo a qualsiasi genitore, a prescindere dal sesso, ma si stia rivolgendo alle madri.

Ulteriore prova dell’effettiva attenzione prioritaria che Supradyn dà alla figura femminile, da intendersi come responsabile della cura dei bambini, ce la mostra chiaramente il sito web del marchio, che non lascia spazio a dubbi (almeno non ad oggi 27 Novembre). Guardate qui:

Supradyn Difese
Ohibò, sembrerebbe proprio una madre con sua/o figlia/o!

E poi ancora qui, poco più giù nella stessa pagina:

Supradin Difese
Ma che sorpresa! Ancora madre con prole.

Ci tengo a specificare che queste sono le UNICHE DUE immagini presenti all’interno della pagina.
Possiamo sforzarci quanto ci pare, ma lo schema c’è, è evidente e c’è un chiaro impegno al fine di continuare a perseguirlo.

Figuriamoci se un vitaminico per bambini potesse esentarsi dallo stringere la mano all’ambiente pubblicitario che affonda le sue radici sul rinforzo degli stereotipi di genere.
Come sempre, l’assenza di creatività permane come elemento che accomuna gli spot. Le possibilità sono letteralmente infinite (oltre all’ovvia ipotesi del padre che porta Supradyn al bambino, si potrebbe pensare al bambino che lo prende da sé, magari stanco al ritorno da scuola, o che lo presenta a compagni e compagne di scuola, spiegando quanto sia efficace e lo faccia sentire meglio) eppure gli schemi che si seguono SEMPRE si contano sulle dita di una mano – e non tutte, che 5 è troppo.

Questa carenza così palese di creatività e ingegno fa sorgere il dubbio che, oltre all’eventualità della paura di rischiare (solo in parte comprensibile) vi sia un’effettiva credenza che si possa trarre in qualche modo vantaggio dal donare e rinvigorire, in chi guarda, convinzioni sessiste e stereotipate che ancorano la donna a specifici ruoli e responsabilità, nonché in specifici luoghi (da cui, al contempo, l’uomo è ancorato…fuori).

Impossibile appurare con certezza in che misura le varie componenti entrino in gioco nelle scelte – pessime – di tutti questi marchi e di tutti questi pubblicitari, ma è certo che sono numerose le domande che viene spontaneo porsi.

Senza smettere di cercare risposte e porre altre domande, intendo continuare nel mio percorso di osservazione critica degli spot e sarò felice se vorrete unirvi a me.

In questa particolare tappa, Supradyn si becca una potente bocciatura.
Alla prossima e, mi raccomando, Occhio agli Spot!


SEGNALAZIONE E COMMENTO

L’espressione dell’opinione relativa agli spot – spesso più della segnalazione degli stessi – può essere cruciale e determinante nello stimolare i marchi a muoversi verso una direzione pubblicitaria diversa, più progressista e socialmente responsabile. Poiché l’unione fa la forza, come diversi casi hanno in passato dimostrato, invito tutti a prendersi il tempo per lasciare commenti sulle pagine ufficiali e/o inviare email ai marchi interessati. A seguire, i dati per lo spot menzionato nell’articolo:

  • FACEBOOK: si possono inviare messaggi alla pagina Supradyn Italia.
  • YOUTUBE: si possono lasciare commenti sotto al video dello spot nel canale Bayer Supradyn. Cliccare su Non mi Piace non serve poichè la funzione è stata disattivata.
  • IAP: si può segnalare lo spot compilando il modulo presente in questa pagina.
  • Per discussione e invito alla segnalazione, si può fare affidamento sul gruppo Facebook La Pubblicità Sessista Offende Tutti.
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