Trovare Moglie come Metafora dell’Acquisto di un’Auto Usata (Spot Audi Cinese)

Se pensavate (ma ne dubito) che le pubblicità problematiche fossero un fenomeno limitato al nostro paese, vi sbagliavate di grosso.

È recente la bufera causata da una pubblicità Audi, trasmessa in Cina, che esplicita un chiaro paragone tra la ricerca di una moglie e quella di un’auto usata. Guardate un po’.

Lo spot ci mostra la madre dello sposo che si impegna nello scrutinare la futura moglie del suo figliolo, esaminandone con cura ogni minimo dettaglio, per poi esternare un cenno di approvazione (non manca neppure un – certamente percepito come divertente da taluni – pizzico di shaming per la non abbondanza del petto della ragazza) e dare il via libera al matrimonio.

“Le decisioni importanti vanno prese con cura.”

Così sostiene lo spot, nel creare un parallelo tra l’acquisto di macchine usate e…l’acquisto (poiché in tal senso è inteso) e acquisizione di una donna in famiglia tramite il matrimonio del proprio figlio*.
L’intento della pubblicità è inequivocabilmente quello di mettere a confronto l’ideale accuratezza con cui andrebbe scelta un’auto usata e la stereotipica attitudine schizzinosa dei genitori (delle madri?) Cinesi (il corrispettivo della Certificazione Ufficiale rappresentata da Audi nello spot), ma il paragone che ne viene conseguentemente fuori è lampante e profondamente offensivo. Gravissimo che nessuno se ne sia reso conto in fase di sviluppo.

La nota positiva è stata incarnata dagli spettatori Cinesi, che si sono ribellati a gran voce e a ragione, sostenendo che lo spot fosse sessista e che degradasse e oggettivasse la donna.

E mentre da noi vanno in onda senza problemi spot in cui la donna viene paragonata a carne (non ho dubbi che il motivo sia anche da ricercarsi nella minore ribellione degli spettatori – tra chi neppure identifica la problematicità e chi non si cura di lamentarsene), Audi si è pubblicamente scusata, ha sottolineato che il messaggio che viene fuori dallo spot non corrisponde ai valori aziendali e garantito che si impegnerà affinché errori simili non avvengano più.

Pessima pubblicità, insomma, ma ottima risoluzione (anche grazie alla straordinaria mobilitazione dell’utenza Cinese).

*Oltre al problema della rappresentazione della donna, ritengo che lo spot sia terribile anche per quanto concerne l’immagine che vien fuori dello sposo, mostrato come elemento completamente passivo che assiste inerme al degradante controllo operato dalla madre sulla futura moglie.


Fonti:
BusinessInsider
CreativityOnline
DailyMail

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