E dopo i maschi famosi, torniamo alle femmine qualunque, di cui certamente sentivate la mancanza. Lo spot è dell’anno scorso ma va frequentemente in onda nell’ultimo periodo. Ancora pulizie e…ancora Vileda.
Benvenuti e benvenute nell’ultimo episodio di “La Solita Solfa”.
Protagonista di oggi è Vileda, che con costanza e determinazione continua a proporci questo spot all’insegna dell’assenza di originalità e creatività. Forse ricorderete che l’azienda era già stata citata in uno degli episodi della scorsa stagione del programma, in cui ci aveva deliziate e deliziati con una brillante Mamma Rock.
La comunicazione del marchio è rimasta invariata e permane l’inquadratura dell’ambito delle pulizie come apparentemente inevitabile appannaggio delle appartenenti al sesso femminile. Le caratteristiche da “Solita Solfa” ci sono proprio tutte. Rivediamole insieme per fare il quadro della situazione.
Per prima cosa, noteremo di trovarci dinanzi a una donna, la protagonista dello spot. Questa donna – che chiameremo Carlotta perché così mi va – viene connotata come casalinga, immediatamente posta in un contesto domestico. Carlotta è dipinta come una sorta di appassionata di pulizie che adora provare prodotti nuovi con quell’entusiasmo che sappiamo essere comune a tutte le persone che svolgono attività domestiche (dalla regia mi dicono che Carlotta apparirà in un futuro episodio di “Malati di Pulito”).
La narrativa delle pubblicità si esibisce poi in una sorta di ridicolizzazione del nuovo finalizzata a sottolineare l’efficacia del tradizionale (ironico come sia tutto molto coerente con il rifiuto di distanziarsi da arcaiche rappresentazioni stereotipate). Un tradizionale a cui viene attribuito un nome che inneggia al nuovo (Revolution – che è peraltro un curioso adattamento, perché il vero nome del prodotto è Vileda Ultramax), giusto per consentirgli di separarsi dall’altrettanto tradizionale degli altri marchi.
Tornando agli elementi che fanno rientrare lo spot Vileda nella categoria “Solita Solfa”, non posso mancare di menzionare l’assenza di uomini alle prese con l’uso del prodotto accompagnata, come di consueto, dalla presenza del Maschio dall’Alto che spiega alle spettatrici come funziona Vileda Revolution e perché è così eccezionale.
Per concludere in bellezza, l’azienda guadagna anche un punto aggiuntivo per la coerenza multimediale della stereotipizzazione, come possiamo notare osservando l’immagine scelta per pubblicizzare Vileda Revolution sul sito ufficiale.
Che devo dirvi? Io ci spero in una Rivoluzione Vileda. In una vera, però.
E integrateli, questi uomini, nelle vostre comunicazioni pubblicitarie. Smettetela di rinforzare l’associazione donna-pulizia, che non abbiamo bisogno di ulteriori spinte indietro che ostacolino il progresso socioculturale. Dai, che possiamo farcela a portare in scena rappresentazioni realistiche, variegate e che superino convinzioni antistoriche che ancora dominano la mente di centinaia di italiani e italiane.
Per il momento niente di fatto per Vileda, insomma, che si conferma allineata alla quasi totalità delle altre aziende nel comune progetto di rinforzo degli stereotipi di genere. Mentre scappo a cercare l’aggeggio usato dalla protagonista dello spot (amo provare prodotti nuovi!! No, scherzo, voglio solo capire cosa sia), se ne avete voglia, cliccate sui link in basso per comunicare la vostra opinione a Vileda.
Alla prossima e, mi raccomando, occhio allo spot.
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