Oggi torniamo a parlare di un’azienda che ha già trovato posto nel blog qualche tempo fa. Bentornata, cara Findus. Dopo il minestrone è la volta dei pisellini primavera. Senza perderci in chiacchiere, cominciamo subito con la visione della pubblicità.
Osserviamo un bambino e un signore immersi nel verde, a raccogliere pisellini primavera, mentre il narratore ci parla della raccolta accompagnata da un sapere che si tramanda di generazione in generazione. Subito dopo, due bambini e una bambina fan ritorno a casa, dove trovano una donna intenta a cucinare. Completata la preparazione, quando tutti sono a tavola, la donna si occupa di servire i pisellini pubblicizzati, che spariscono con la velocità di un fulmine e i piccini corron via a giocare di nuovo. Parliamone.
Quello che Findus propone in questo spot è un ritratto estremamente familiare, che abbiamo visto innumerevoli volte. È anche lo stesso che figurava nella pubblicità del minestrone. Si direbbe proprio che i pubblicitari siano affezionati a questo schema e non vogliano saperle di guardare oltre.
Gli uomini fuori al lavoro (la raccolta dei piselli, in questo caso) – o a giocare – e le donne a preparare e servire da mangiare. Ormai ho perso il conto degli spot che presentano questa stessa identica dinamica, ma posso facilmente rammentare Fileni Bio, Barilla e Hipp.
A chiarirci ulteriormente la questione c’è la narrazione, che parla del sapere che si tramanda da generazioni – anche questo un punto comune allo schema -, proprio nelle fasi dello spot in cui possiamo osservare un uomo con un bambino (che potremmo ipotizzare essere suo figlio o suo nipote), incuriosito dall’attività e che, chissà, forse un giorno seguirà le orme del forse-padre.
Ma non appena lasciamo dietro noi il verde, l’esterno, il mondo, per fare l’ingresso tra le mura domestiche, ecco che troviamo la figura che domina in questo ristretto ambiente: la casalinga/madre/moglie. Con l’entusiasmo e il sorriso che la contraddistinguono, la donna accoglie l’arrivo dei figli (e del compagno che, se ci piace pensare al meglio, magari stava giocando fuori con loro) e serve il pasto a tutti, mettendo i pisellini primavera Findus a tavola.
Lo spot si esibisce in una modalità di suddivisione dei ruoli di genere particolarmente netta e perfettamente allineata a quella di decine di altre comunicazioni pubblicitarie che contribuiscono (quanto consciamente avvenga la scelta è sempre impossibile da sapere, ma gli intenti non alterano il valore della comunicazione) al costante rinforzo di quel senso comune tradizionale e stereotipato che continua a rappresentare la domesticità come appannaggio femminile e il lavoro e le attività esterne come spettanti al maschile.
Se lo spot del minestrone poneva maggior enfasi sulla parte del lavoro (l’attività casalinga della donna/moglie/madre era sì presente e chiara, ma visivamente appena esistente), in questo spot avviene il contrario, e le azioni del nostro angelo del focolare ottengono maggiore attenzione – sebbene il protagonista sia, con una certa ovvietà, uno dei due bambini.
Come è vero quasi in tutte le occasioni, anche questo spot perderebbe il potenziale negativo con accortezze davvero minime. La presenza di una donna (anche come aggiunta, e non necessariamente da sola) nella parte dei campi e del sapere professionale che si tramanda, per esempio. E, ancora, il contributo del compagno alla preparazione o alla messa in tavola dei piselli. Semplicissimo. Davvero un niente. Eppure questo niente sarebbe stato più che abbastanza per far sì che non mi sognassi neppure di menzionare i pisellini Findus nel blog e, soprattutto, per far sì che lo spot non si connotasse come l’ennesimo agente di propagazione di narrazioni stereotipate e sessiste, che è l’ultima cosa di cui abbiamo bisogno.
Se avete voglia di far sapere a Findus cosa pensate di questo spot (o di quello del Minestrone), potete contattare l’azienda facendo riferimento ai link qui in basso.
Alla prossima e, mi raccomando, occhio agli spot!
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