Casa.it, Stereotipata a Prima Visita

Lo spot di cui ho la gioia (per modo di dire) di scrivervi oggi, mi è stato segnalato da due utenti (grazie, @Ecate31 e @MarykoMayko). Il tema? Servizi immobiliari. Il brand? Casa.it. Vediamo la pubblicità.

Prima che vi mettiate a fantasticare sulla storia d’amore con la vostra abitazione, parliamo un po’ dello spot.


Come si intuisce immediatamente, la più recente comunicazione pubblicitaria di Casa.it è costruita attorno a un concetto molto specifico; il parallelo tra l’incontro con la casa dei sogni e quello con l’anima gemella (volta a far comprendere quanto affidarsi a Casa.it semplifichi la procedura per le e gli acquirenti). La narrazione ruota tutta attorno a questo concetto che, per quanto possa piacere o meno, di per sé non è intrinsecamente negativo. Può anche risultare interessante o divertente, a seconda della prospettiva e dei gusti di chi guarda.

Questo, però, smettere di essere vero dopo la prima metà dello spot.
I primi dieci secondi ci mostrano quattro persone diverse – due uomini1 e due donne – che esprimono un commento, in modo isolato e autonomo. Ciascun commento è costruito in modo tale da risultare pertinente con l’ambito amoroso-relazionale (nello specifico, con le interazioni sulle app per incontri), seppur con il potenziale di essere interpretabile anche come relativo a un’abitazione. “Dalla foto sembrava più carina”, “È troppo grande per i miei gusti”, “Ho visto di meglio”, “Non mi aveva detto che era occupata”. Volendo essere puntigliose, una delle figure sembra fuori luogo rispetto al doppio senso casa/appuntamento. Mi riferisco alla donna più giovane (che sembra veramente giovanissima, ma proprio tanto…) perché l’atteggiamento seducente con arricciamento di ciocca non è intuitivamente accostabile a un discorso su immobili. Ma ehi, forse Casa.it ci teneva a inserire l’immagine di una donna (ho già specificato giovanissima? Lo sembra davvero molto) sensuale, che ne so io? Immaginatemi far spallucce.

Casa.it
Immagine esclusiva dell’incontro tra un esemplare di giovane donna e la casa dei suoi sogni. Possiamo osservare una peculiare tecnica di seduzione assolutamente necessaria alla valutazione e all’acquisto di immobili.

Dopo questa prima fase, ce n’è una seconda in cui possiamo osservare una figura femminile, quella che potremmo considerare la protagonista dello spot, che esplora una casa potenzialmente da acquistare, utilizzando comodamente il suo smartphone. Ma neppure il tempo di gioire per il fatto che finalmente un brand che offre servizi di questo genere ha scelto di dare centralità a una figura femminile (per le spese che contano vige ancora lo stereotipo per cui riguardino soltanto gli uomini, considerati gli unici esseri umani con possibilità e responsabilità d’acquisto), che casca l’asino. E che asino!

Ahinoi, Casa.it non ha avuto l’intuizione di afferrare che il parallelo relazioni/casa era già stato ampiamente e sufficientemente espresso nei primi secondi e sarebbe bastato il “non ho perso tempo. Mi sono innamorata a prima visita” finale per cementarlo in modo del tutto indolore. Invece no. Indolore non ci piaceva abbastanza.

Ecco che lo spot introduce un signore racchiuso in un riquadro, un impiegato di Casa.it, che comunica con la nostra protagonista. Il dialogo che ne segue è una imbarazzante e forzata corrispondenza tra uno scambio che è possibile immaginare tra due persone che si stanno considerando come potenziali partner e l’effettiva realtà della visita immobiliare. A essere particolarmente spiacevole è la sequenza “Andiamo in camera da letto?” -> “Perché no?”, con la risposta accompagnata da una compiaciuta espressione con alzata di sopracciglia da parte del signore. Non è più divertente il parallelo, a questo punto. Non è più brillante e non è più interessante od originale come poteva precedentemente sembrare a qualcuno, cara Casa.it.

Pur di portare avanti il concetto fino alla fine e in ogni fase dello spot, Casa.it è arrivata ad integrare un elemento di sessualizzazione allusa persino all’esplorazione di un’abitazione da acquistare!

Casa.itLa faccetta furbetta di Mr. Casa.it quando la protagonista chiede “Andiamo in camera da letto?” è fatta della stessa materia di cui sono fatti gli incubi.


Arrivata qui, mi viene anche spontaneo pensare che l’aver optato per una protagonista sia stato strumentale alla narrazione. Voglio dire, immaginiamo il contrario, con un signore che, sorridendo come una Pasqua, dichiara: “Non ho perso tempo. Mi sono innamorato a prima vista”. L’associazione degli uomini al sentimento viene rifuggita come poche cose, nella nostra cultura, mentre le femmine sono fortemente incoraggiate a posizionare l’amore in cima alla propria scala di interessi. Ma, soprattutto, immaginiamo che nel riquadro ci fosse stata una signora e che il protagonista l’avesse invitata in camera da letto. L’inappropriatezza dell’interazione si sarebbe compresa con molta più facilità, non trovate? In fase di produzione l’avrebbero quasi di sicuro scartata immediatamente. E chissà, forse l’hanno anche fatto, per poi decidere che con i ruoli invertiti poteva risultare, invece, tollerabile. Beh, non per chiunque, Casa.it.

Questo spot rientra, mi vien da dire, nella categoria delle occasioni sprecate. In assenza dell’interazione finale, avrebbe potuto tramutarsi in una comunicazione particolare e per nulla problematica. Ma lo scambio tra la protagonista e l’impiegato è un vero e proprio colpo di grazia ad efficacia e piacevolezza. Guardare e ascoltare senza storcere il naso (e qualsiasi altra parte del viso) è un’impresa notevole. Il bello è che basterebbe modificare le battute assegnate alle due figure che interagiscono per eliminare immediatamente l’orrido effetto sessualizzante. Se anche voi pensate possa valere la pena di suggerirlo all’azienda, vi rimando ai link in basso per contattarla.

Prima di chiudere, vi lascio con un dono.
Sentitevi libere e liberi di utilizzarlo come immagine di profilo o reaction. 😂

Casa.it

Alla prossima e, mi raccomando, occhio agli spot!


SEGNALAZIONE E COMMENTO

1 Pensavate che avessi smesso di notarlo? Mi offendo. Entrambi gli uomini hanno la barba. Lo schema per cui la presenza di barba è caratteristica portante del modello maschile comunicato come ideale dagli spot, della mascolinità (in Italia), continua ad essere vivo e vegeto (cominciai a farci caso intorno a questo periodo).

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