Sorgenia ci Mette Energia, Senza Stereotipi

Visto che siamo quasi a Natale, quest’oggi ho deciso di proporvi una bella promozione. Una promozione all’insegna dell’energia, per di più. Il marchio che ha attirato la mia attenzione, sorprendendomi positivamente, è Sorgenia. Vediamo insieme lo spot.

Mentre una narratrice (la bravissima schermitrice Beatrice – Bebe – Vio) ci invita a cambiare e superare le vecchie abitudini, lo spot ci mostra una donna che si reca in ufficio per dare le dimissioni, così da potersi dedicare all’apertura di un locale proprio – con l’alternanza di queste scene a delle immagini di allenamento della testimonial. Quello che conta è l’energia che ci metti, ci comunicano le due donne alla fine della pubblicità, successivamente all’esposizione dei benefici offerti da Sorgenia. (C’è anche una versione alternativa dello spot, che vi invito a guardare e che è prevalentemente focalizzata sulla donna protagonista).
Parliamone un po’.

Così da togliere subito di mezzo eventuali sassolini, lasciate che cominci con il menzionare l’elemento che non mi permette di provare una gioia e una soddisfazione particolarmente elevate, pur trovando lo spot bello e pregno di un messaggio positivo. Mi riferisco al fatto che non si tratti di uno spot dedicato a prodotti alimentari, per la pulizia o per la cura di bambini e famiglia. Ne consegue che, purtroppo, pur nella sua positività, il contributo della pubblicità Sorgenia è limitato e non può contrattaccare in modo diretto gli ambiti che si rendono maggiormente promotori di sessismo e stereotipi di genere. Questa, tuttavia, è una premessa che in alcun modo sminuisce il valore dello spot o le scelte che hanno portato alla sua realizzazione. Anzi. Dopotutto, non è certo colpa di Sorgenia se i marchi che producono gli elementi summenzionati insistono con il gingillarsi nel mare di dannosi preconcetti tradizionali.

Detto ciò, vediamo insieme cosa c’è di buono in questa pubblicità Sorgenia. In primo luogo, mi sento di lodare la scelta del messaggio che, oltre a comunicare concretezza, dinamismo e ottimismo – elementi che possono risuonare con successo ed efficacia a prescindere da ogni cosa – ben si associa a quanto si sta tentando di pubblicizzare. Il marchio, infatti, sceglie di stimolare all’utilizzo libero e creativo dell’energia di ciascuno in qualità di esseri umani, al fine di promuovere la propria attività e il proprio impegno nel libero mercato dell’energia elettrica, invitando – al contempo – a non aver paura di muoversi verso il cambiamento, tanto nella vita in generale, come nella scelta dell’operatore energetico. Insomma, trovo che si tratti di un modo intelligente di fare pubblicità.

E come ha deciso, Sorgenia, di rappresentare questo messaggio?
Avvalendosi di due figure, entrambe di sesso femminile e nessuna delle due caratterizzata da stereotipi di genere. Neppure mezzo. Già solo questo è molto più di quanto si possa chiedere o sperare nell’oltre il 90% – e forse mi sto tenendo stretta – della totalità delle pubblicità che vanno in onda.

Sorgenia
Si noti anche (in questa scena e nella precedente – nella versione con focus su Paola) l’equa e variegata rappresentazione maschile e femminile tra gli impiegati. I dettagli contano.

Entrambe le figure, la Vio e Paola (la protagonista che funge da potenziale specchio di spettatori e spettatrici. Il nome è visibile in un certo momento dello spot, non ho tirato a indovinare. 😛) vanno a incarnare efficacemente il messaggio globale dello spot. Mentre la prima, con il suo percorso di vita e di carriera, costituisce di suo un’immensa ispirazione – e la vediamo darsi da fare, mettere in moto la sua energia per allenarsi in vista di gare future – la seconda ci consente di osservare lo spaccato di un cambiamento radicale, che ha visto la necessità di attingere a enormi quantità di volontà e coraggio.

Bebe è una grande atleta di successo, arrivata dov’è per la sua grinta, passione e tenacia. Paola è una donna in carriera che, non pienamente soddisfatta dell’attuale lavoro, sceglie di prendere in mano le redini della sua vita e portare a compimento quello che, è facile immaginare, era il suo sogno: aprire un ristorante tutto suo. E lo fa con le sue mani, la sua forza e la sua energia (e il supporto dell’energia di Sorgenia, certo).

Sorgenia - Bebe Vio

Due donne realizzate e che continuano a realizzarsi, secondo le proprie aspirazioni, i propri desideri e le proprie capacità. Libere, nella propria unicità e nella propria individualità, di dipingere il futuro così come lo desiderano.

Tutto quello che possono essere, e sono, le donne (così come gli uomini1) reali. Ma, al contempo, tutto quello che non sono le donne rappresentate negli spot che vediamo in TV ogni giorno; confinate tra le mura domestiche, soddisfatte e gioiose nel dedicarsi a pulizia, cucina e cura dei bambini, sempre sotto forma di madri, mogli e casalinghe. Ancora, ancora e ancora.

Come se non bastasse – e, invero, basterebbe già questo – Sorgenia è riuscita a non cadere anche in un altro dei cliché che non di rado si incontrano negli spot in cui la rappresentazione femminile si allontana più o meno evidentemente dai classici stereotipi. Parlo dell’arrivo, in genere al termine, ma a volte durante per offrire aiuto che a quanto pare è imprescindibile (lungi da me demonizzare aiuti e supporto. Non è quello il punto e mi appello a lettori e lettrici per comprenderlo), di una figura maschile, solitamente connotata come fidanzato, compagno o marito. Come se una donna fosse sempre, necessariamente, in qualche modo e per sua natura, a metà. Incompleta. Bisognosa. Non è così. Ben lo sappiamo, eppure questo messaggio dannosissimo è stato subdolamente propagandato per anni dai media, penetrando nei cuori e condizionando le esistenze di migliaia di donne – non è un’esagerazione.

La donna che, negli spot, realizza qualcosa (che non sia la pulizia di superfici, il cambio di un pannolino, il servizio di un pasto, il truccarsi, lo spalmarsi di una crema antirughe), in quanto essere umano a sé, e lo fa da sola, facendo leva sulle proprie capacità, è pressoché inesistente.
Beatrice e Paola, invece, sono esseri umani completi, forti, capaci, volenterosi. E non hanno bisogno che della loro energia, della loro caparbia e della loro costanza per prendere decisioni e raggiungere le vette desiderate. Come me, come voi. Ognuno di voi. Donne e uomini.

Sorgenia - Bebe e Paola

Per tutto questo, ci tengo a ringraziare di cuore Sorgenia, per averci regalato questa piccola perla. Abbiamo tutti bisogno di arricchire il nostro immaginario con più e più visioni di figure femminili come quelle rappresentate in questa pubblicità. Più di chiunque altro, ne hanno bisogno bambine e ragazzine, le cui menti sono costantemente bombardate da ritratti limitati e limitanti, che rendono oltremodo difficile guardare, immaginare e sperare oltre.

Come il mondo entro le mura domestiche necessita della più attiva presenza e visibilità di uomini, è necessario che si vedano più donne districarsi in altri ambiti della realtà. Solo così, poco a poco, riusciremo a lavorare con reale efficacia sullo sradicamento degli stereotipi di genere!

Vi saluto, lasciandovi con i dati per contattare Sorgenia, qualora voleste dedicare 5 minuti del vostro tempo per inviare un messaggio!


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1 Al contrario delle donne, gli uomini sono già soliti essere rappresentati come legittimati a realizzarsi oltre le mura di un’abitazione e oltre i confini di un nucleo familiare. È per questa ragione che esempi come questo sono così importanti.

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