Pril – Contro gli Stereotipi Ostinati

Oggi voglio tornare, dopo tanto tempo, a condividere qualcosa di positivo. Il brand in questione non è nuovo a prospettive post-stereotipiche, ma non per questo non merita menzione. Anche perché in questo nuovo spot fa anche meglio di quanto ha fatto in passato. Vediamo subito la pubblicità Pril di cui sto parlando.

Ricevuto? Parliamone.


La ragione per cui quest’ultimo spot Pril mi piace e penso sia un ottimo esempio non ha a che fare esclusivamente con la presenza di una figura maschile protagonista che si occupa di faccende solitamente (in cui solitamente sta per quasi esclusivamente) associate alle donne. Questo perché quell’elemento, da solo, non è sufficiente a proporre un quadro che sia realmente contrastante degli immaginari stereotipi e in alcuni casi può anzi fungere da conferma degli stessi. Non è questo il caso e vedremo subito perché.

Pril
Pierfrancaldo e suo figlio Giancostina che prendono atto del fatto che il loro essere parte di una famiglia e vivere in una casa rende il lavare piatti compito anche loro.

Prima di tutto andiamo a riconoscere però quanto è immediatamente visibile, ossia un uomo, subito codificato come padre, che si interessa attivamente della pulizia delle stoviglie della sua abitazione, consigliato nientepopodimeno che da suo figlio nell’utilizzo della funzione eco (che viene comunicata come efficace, nonostante la bassa temperatura, per via dell’uso di Pril). I due si mostrano poi orgogliosi e felici del risultato conseguito. Fin qui si tratta di uno spaccato non del tutto inusuale – non in generale (perché in generale lo è eccome), ma nella ristretta realtà degli spot di prodotti domestici con protagonisti maschili – in cui l’unico elemento considerabile nuovo è la presenza di un figlio (nei casi in l’uomo è rappresentato come padre che si occupa di faccende domestiche, è quasi sempre accompagnato da una figlia). Certo è un passo avanti rispetto all’ancora dominante presentazione maschile in questi ambiti (di cui fa parte anche questo filone), che tende a presentare l’uomo come individuo singolo, scollegato da ruoli e relazioni, alle prese con l’esclusiva cura di sé e mai di altre persone.

Quello che permette a questo spot Pril di spiccare, per me, è la scena finale; scena che ci racconta il protagonista come non solo padre e casalingo, ma anche marito. In altre parole, quello che succede in questa pubblicità è qualcosa di più unico che raro (letteralmente) nel panorama pubblicitario italiano: l’uomo viene rappresentato in un modo che è realmente equo rispetto alla rappresentazione femminile negli spot dello stesso tipo. Non è un uomo che sbriga le faccende per sé, né è un padre single che sbriga le faccende domestiche poiché così impone la sua condizione (niente femmina della specie a farlo per lui), ma è un uomo che sbriga le faccende domestiche per la sua famiglia! Il ruolo è davvero lo stesso che viene rivestito dalle infinite donne di infiniti spot a cui siamo infinitamente esposte ed esposti, al contrario di quanto avviene con i vari Totti Dash o i padri single Barilla o Bonduelle.

Pril
Pierfrancaldo è genuinamente soddisfatto del risultato del lavoro svolto. La teglia è così limpida che dentro si riesce a vedersi un futuro in cui il lavoro domestico è equamente diviso tra i sessi.

Potremmo dire che non ci sia ancora nulla da festeggiare, visto che stiamo parlando di uno contro infinite. E non intendo invitarvi a festeggiare, né festeggio io. È solo una pura e semplice questione di riconoscimento. Questo spot esiste, è uno spot che costituisce a mio vedere un ottimo esempio di reale contrasto agli stereotipi, e desidero dichiararlo e fare i miei complimenti a Pril. Magari, possibilmente fra meno di una ventina d’anni, ci arriverà anche un brand Italiano, chissà. Per il momento tocca accontentarsi del fatto che mandino in onda spot stranieri così brutalmente e drammaticamente sovversivi.

Se lo spot è piaciuto anche a voi e pensate che possa meritare due minuti del vostro tempo, vi invito a scrivere due paroline a Pril per farglielo sapere.

Alla prossima e, mi raccomando, occhio agli spot!

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